"San Giovanni, silenzio inspiegabile"

Vitali, presidente di Italia Nostra Faenza, torna a lanciare l’appello: "Il Comune deve intervenire"

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"Da oltre due mesi Italia Nostra sta attendendo un cenno di risposta alla richiesta di effettuare un urgente sopralluogo al trecentesco chiostro di San Giovanni, ma da Palazzo Manfredi nessun segnale, nessuna cortese mail. Tacciono gli uffici e tace anche il sindaco Massimo Isola". Marcella Vitali, presidente della sezione faentina della storica associazione per la tutela del Patrimonio artistico, è esterrefatta per il prolungato silenzio della pubblica amministrazione di fronte al serio problema connesso con lo stato di degrado del muro del chiostro che è a tutt’oggi transennato a significare che sussistono i rischi circa la stabilità. La prima richiesta di un sopralluogo era stata inviata al sindaco di Faenza e alla Soprintendenza Archeologica e Belle Arti di Ravenna via mail il 28 gennaio, dopo che sul Carlino era apparso il servizio relativo allo stato di abbandono interno di parte dello storico edificio, al rischio di crollo del muro perimetrale e al più generale problema di inaccessibilità dell’antico chiostro camaldolese. Una seconda mail era stata inoltrata al sindaco il 21 febbraio "nel timore che per un disguido" non fosse stata presa in considerazione la prima.

A fronte del persistente silenzio, Italia Nostra ha indirizzato un sollecito personalmente al sindaco, il 18 marzo. "Siamo ai primi di aprile e ancora è silenzio, un incomprensibile silenzio perché una corretta relazione fra organi della Pubblica amministrazione e Italia Nostra imporrebbe quanto meno anche solo un cenno di risposta" sottolinea Marcella Vitali che aggiunge: "Settimane fa, incontrando la nuova Soprintendente, abbiamo parlato del problema dello stato di degrado del chiostro, ma è il Comune di Faenza il proprietario e spetta al Comune adottare le misure necessarie per la salvaguardia dell’ importante bene storico e architettonico, a cominciare dal sopralluogo che abbiamo chiesto! Da cinquant’anni sono iscritta a Italia Nostra, giusto l’anno, era il 1972, in cui l’associazione intervenne per cercare di salvare quanto restava del chiostro in gran parte crollato e ancora oggi siamo qui a parlare della salvaguardia di quel bene. Che amarezza".

Carlo Raggi