SARA SERVADEI
Cronaca

Allarme medici di base a Ravenna: “Travolti dal lavoro"

Dopo la pandemia i numeri si sono moltiplicati: alle visite in presenza si aggiungono mail e messaggi. Vasina: "Anche i tempi lunghi per visite ed esami finiscono per ingolfare gli ambulatori"

Un medico di base visita una sua paziente

Un medico di base visita una sua paziente

Ravenna, 10 luglio 2023 – Un messaggio su Whatsapp, una telefonata, una mail, una visita. Poi un altro messaggio, un’altra mail, un altro paziente da visitare. Dopo la pandemia il lavoro dei medici di base è cambiato tantissimo. E si è moltiplicato, perché alle tante visite ai pazienti si aggiunge tutta la mole di lavoro ’informatico’.

I mezzi introdotti durante la pandemia per facilitare il rapporto tra medico e paziente a distanza, insomma, non sono spariti, ma si sono sommati.

"I numeri della Medicina generale, prima per colpa del Covid e poi per il cambiamento generale del panorama sanitario, si sono moltiplicati – aveva detto già a fine aprile Daniele Morini, segretario regionale della Federazione italiana medici di medicina generale –. Prima in media aprivo le cartelle cliniche di 35/40 pazienti al giorno. A febbraio la media è stata di 88, con un minimo di 68 e un massimo di 110. Il lavoro è stato completamente stravolto e non tornerà più come prima".

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Il problema è generale del mondo sanitario, come spiega il presidente dell’Ordine dei medici Stefano Falcinelli: "Siamo tornati alla possibilità di avere un contatto diretto, ma il contatto non fisico è rimasto. Questo porta tutti, certamente i medici di medicina generale ma anche molti tra coloro che lavorano nei reparti ospedalieri, ad avere una maggiore necessità di rispondere al paziente. La tecnologia è importante, tanto che il futuro sarà il monitoraggio a distanza del paziente, ma la sovrapposizione ha appesantito il lavoro del medico. È importante, comunque, che il rapporto rimanga diretto e che la tecnologia sia solo un completamento. A cosa è dovuto il lavoro in più? Tutto è raddoppiato. Capita che nella stessa mattina più pazienti mi mandino una mail e mi chiamino per chiedermi se l’ho letta, e questo mentre visito".

Anche Sandro Vasina, consigliere dell’Ordine e medico di base, conosce bene il problema e solleva un altro aspetto: ovvero che i pazienti tendono in generale ad affidarsi soprattutto al medico di base. "I certificati di malattia sono a carico del medico che esegue la prestazione, in teoria andrebbero richiesti anche al Pronto soccorso o al momento della dimissione dopo un intervento – dice – ma tutti i giorni riceviamo richieste per i certificati. Per non parlare di tutte le certificazioni chieste dalle scuole... C’è una grossa mole di richieste burocratiche e amministrative. Anche il fatto che le prenotazioni per visite ed esami abbiano tempi ormai molto lunghi ingolfa il lavoro degli ambulatori dei medici di base".