Sanpa, la docu-serie Netflix che ha mosso il cuore degli italiani

Tra cinema e realtà, focus sulla comunità per tossicodipendenti più grande d’Europa

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La serie ricostruisce, in cinque episodi intitolati Nascita, Crescita, Fama, Declino e Caduta, la storia della comunità per tossicodipendenti di San Patrignano, nel Riminese, creata alla fine degli anni Settanta da Vincenzo Muccioli.

In quel periodo in cui l’Italia assiste all’esplosione della piaga dell’eroina, Muccioli decide di aiutare i giovani e le loro famiglie a uscire dal vortice della dipendenza.

Trasforma la cascina di proprietà della moglie in una comunità per il recupero dei tossicodipendenti e la chiama San Patrignano, come la frazione di Coriano in provincia di Rimini dove è sorta.

All’inizio, i giovani ospiti vivono negli stanzoni messi a disposizione da Vincenzo Muccioli o nelle roulotte: in questo modo vengono salvate migliaia di giovani vite.

Il numero degli ospiti, poi, cresce a vista d’occhio e la comunità inizia la sua espansione nel corso degli anni Ottanta, nonostante l’arresto di Vincenzo Muccioli avvenuto in seguito all’accusa di aver segregato un gruppo di giovani per quindici giorni.

Nello stesso periodo, il fondatore della più grande comunità di tossicodipendenti d’Europa viene processato, prima a causa delle catene con cui a San Patrignano si legavano gli ospiti in crisi d’astinenza, poi per le accuse di violenze e addirittura dei suicidi che si verificavano all’interno della comunità.

La docu-serie si conclude nel 1995, anno della morte del fondatore.

Nella serie emerge che Muccioli non era né un santo né un eroe, soprattutto per i metodi ‘criminali’ utilizzati per curare gli ospiti.

Sono però significative le immagini di repertorio della disperazione delle famiglie che hanno ‘bussato’ alla porta di San Patrignano.

Martina Panfuli

classe 3^F

scuola media ‘Pellico’

di Voltana