‘Scafisti’, e se sono vittime anche loro?

In Italia, molti scafisti sono arrestati e accusati di traffico di esseri umani. Spesso sono vittime, ma vengono trattati come criminali. La legge deve essere applicata, ma è necessario riflettere sull'inasprimento delle pene.

‘Scafisti’, e se sono vittime anche loro?
‘Scafisti’, e se sono vittime anche loro?

Il giovane tratto in salvo dalla nave di Emergency e accusato di essere uno scafista è stato rilasciato perché si è ritenuto non ci fossero elementi sufficienti a motivarne la carcerazione. È stata applicata la legge. Senza parlare del caso specifico, il suo riferimento all’inasprimento delle pene nei confronti degli scafisti impone alcune riflessioni. In Italia tantissime persone continuano a essere arrestate con questa accusa. Sono uomini che viaggiavano insieme ad altri migranti su imbarcazioni di fortuna e come loro rischiano la vita, spesso la perdono. Dovrebbero avere un margine di guadagno davvero alto per accettare un rischio così elevato. Invece spesso si tratta di persone individuate all’ultimo momento, prima della partenza, da chi il traffico di esseri umani lo gestisce davvero, rimanendo al sicuro sulla terraferma. Vengono scelti ‘nel mucchio’, a caso, e magari gli viene offerto il viaggio se si metteranno al timone del gommone. In altri casi vengono obbligati con la violenza e non hanno scelta. Poi arrivano qui e vengono trattati da criminali, come se l’intero fenomeno dell’immigrazione dipendesse da loro. Non vale per tutti, ma per molti che sono vittime esattamente come gli altri.