Scansafatiche e divertenti modi di dire

In Romagna, terra del fare, gli scansafatiche sono stati sempre oggetto di commenti ironici. Di un vagabondo e fannullone si diceva: "La vóia d’ lavurê u la j arép, mo l’è al braz ch’al n’i bêda! (La voglia di lavorare l’avrebbe, ma sono le braccia che non gli danno retta). Oppure, riguardo a chi non voleva fare alcuno sforzo: "U-n tô só gnânca una paja d’in tëra" (Non prende su neanche una paglia da terra). C’era anche chi giustificava il far niente per mantenersi belli. Si diceva: "Magnê e bé i fa arlùsar e’ pél; lavuré u-l fa arufê" (Mangiare e bere fanno risplendere il pelo; lavorare lo fa arruffare). Ed anche: "Fadìga pöc da zôvan, se t’vu murì un bël vëcc" (Fatica poco da giovane se vuoi morire bello da vecchio).