Si era messo al volante con un tasso di alcol nel sangue quattro volte superiore al limite di legge. Dopo aver perso il controllo dell’auto, facendo tutto da solo, la compagna 31enne che si trovava accanto a lui rimase ferita, mentre morì l’amico che viaggiava sul sedile posteriore, Danilo Filomeno, 58 anni, di San Pancrazio. Poi, dopo l’incidente, il conducente dell’auto si diede alla fuga, prima di essere rintracciato di lì a poco dai carabinieri. Per quella sciagura stradale, avvenuta il 13 gennaio scorso a Godo di Russi, l’uomo che era al volante, un 36enne rumeno, ieri ha patteggiato 3 anni e 2 mesi: la pena minima per l’accusa di omicidio stradale – aggravato dalla guida in stato di ebbrezza e dalla fuga da incidente con deceduto – che parte da 8 anni ma è stata diminuita dal Gup Andrea Galanti in ragione della concessione delle attenuanti generiche e per avere risarcito i familiari della vittima attraverso l’assicurazione. L’uomo, che aveva trascorso anche un periodo in carcere, era difeso dall’avvocato Silvia Brandolini.
La tragedia si consumò intorno a mezzanotte tra un venerdì e sabato all’intersezione tra via San Vitale e via Sentierone. La Toyota Yaris condotta dal 36enne procedeva sulla San Vitale in direzione di Ravenna, quando complici l’alcol e la velocità ignorò la rotonda, tirando dritto, col mezzo che terminò la sua corsa in una scarpata erbosa, dopo avere abbattuto una siepe e finendo ribaltata su un fianco nel giardino prospiciente al bar ’Il ristoro della piadina’, a quell’ora chiuso. A seguito della carambola il 58enne morì sul colpo.
I soccorritori trovarono la compagna 31enne del guidatore adagiata sulla portiera del lato passeggero. Dallo schianto uscì ferita in modo non grave, potendo così spiegare che, sebbene l’auto fosse in uso a lei, guidava il fidanzato in quanto anche lei aveva bevuto e non se la sentiva. Provato per l’accaduto, durante l’interrogatorio il 36enne rumeno ammise lo stato di ubriachezza, spiegando di essere poi scappato poiché colto da una sorta di attacco di panico e di avere saputo solo in carcere che l’amico era morto. Quella notte, infatti, il conducente fu poi rintracciato dai carabinieri all’interno di un locale, dove si era fermato sotto choc. Quella sera i tre amici erano reduci da una cena con altri colleghi di una ditta di impianti di aerazione in un ristorante di Russi. Un lavoro che spesso portava all’estero Danilo Filomeno, che in quel periodo era da poco tornato dalla Francia. E quella era proprio una festa per lui, perché di lì a poco avrebbe cambiato posto di lavoro.
Lorenzo Priviato