Schianto, muore insieme ai due figli "Veniva a Ravenna per stare con la famiglia"

È nato e cresciuto in città Andrea Silvestrone, il 49enne deceduto ieri nelle Marche. Ex avvocato era atleta paralimpico. Il ricordo del fratello

Schianto, muore insieme ai due figli  "Veniva a Ravenna per stare con la famiglia"

Schianto, muore insieme ai due figli "Veniva a Ravenna per stare con la famiglia"

"La malattia, nella sua maledetta drammaticità, porta con sé anche un’opportunità: quella di stravolgerti la vita, inizialmente in maniera molto negativa, ma poi ti fa capire la vita in maniera molto più profonda". Erano passati tre anni dalla diagnosi quando Andrea Silvestrone, nel 2009, pronunciò queste parole al bagno Wave di Punta Marina, in un incontro sulla sclerosi multipla. E tra le sue parole si intravede l’energia che lo ha portato poi a diventare un atleta paralimpico. Purtroppo è bastato un secondo, un attimo tremendo in autostrada, a terminare bruscamente la sua storia di lotta e di forza: ieri mattina, a 49 anni, è finito con la sua auto contro un tir sull’A14 a Grottamare (Ascoli Piceno). Con lui sono morti anche due dei suoi tre figli, di 13 e 8 anni, oltre al cane. Un altro bambino di 12 anni è ricoverato in gravi condizioni. La causa del frontale è un salto di corsia del 49enne in una galleria, in un punto in cui un cantiere aveva ridotto le carreggiate a una per senso di marcia.

Silvestrone da diversi anni viveva a Montesilvano, in Abruzzo, ma era originario di Ravenna: qui vive tuttora la sua famiglia, che ieri lo stava aspettando. Era proprio qui infatti che era diretto il 49enne: avrebbe dovuto trascorrere il weekend in città assieme ai figli, come racconta il fratello Luca Silvestrone. "Avremmo dovuto vederci oggi – dice, ancora incredulo – e ci sentivamo sempre, l’ultima volta due giorni fa. Ho saputo quello che era successo verso le 11 e mi sembra tutto così assurdo, come se fossi in un film". Il fratello ricorda la sua forza: "Negli ultimi anni si era buttato sul tennis ed era diventato anche campione paralimpico, premiato dal Coni nazionale con la laurea honoris causa. Aveva fatto tanto nonostante la malattia, che lo vedeva costretto sulla sedia a rotelle, compreso vincere gare internazionali. Nonostante quello che gli era successo, insomma, non aveva mai perso lo spirito". La giornata di ieri è stata caotica e assurda: "Sento sua moglie ogni 2 minuti e sono stato ad Ancona a trovare mio nipote in ospedale – prosegue Luca Silvestrone –. Purtroppo non è ancora fuori pericolo, è intubato. Ora sto andando da mia madre, che era già in Abruzzo per assistere una parente. La raggiungo perché non si può immaginare la sua disperazione".

Andrea Silvestrone ha lasciato Ravenna all’incirca 8 anni fa. In città, prima della malattia, ha lavorato come avvocato. In seguito a un’accusa di truffa era però stato radiato dall’albo nel 2017. "È stato praticante nel nostro studio in via Cavour dal 1999 al 2004 – è il ricordo dell’avvocata Annalisa Porrari –. In seguito è andato via, ha aperto uno studio da solo. Mi era dispiaciuto molto sapere della malattia, ma avevo visto la sua grande forza nell’affrontarla. So che gli sarebbe anche piaciuto partecipare alle Olimpiadi di Tokyo. Sono distrutta da questa notizia. Ciò che posso dire è che, del periodo in cui abbiamo lavorato insieme, ricordo un gran bravo ragazzo".

Sara Servadei