
Presidio ieri allo stabilimento industriale ravennate per sollecitare il rinnovo di un accordo scaduto quasi un anno fa: "Le grandi aziende possono fare la differenza" .
Una giornata di sciopero, quella di ieri, dichiarata da Usb (Unione sindacale di base) per ottenere la riapertura del tavolo della trattiva tra Federmeccanica e il sindacato. E Ravenna gioca un ruolo importante per la sede della Marcegaglia dove ieri si è tenuto un presidio. "Marcegaglia – spiega Domenico Conte, uno dei coordinatori regionale del settore lavoro privato settore industria di Usb, che non siede al tavolo della trattativa - è una delle aziende di peso di Federmeccanica e ha un ruolo politico rilevante. Siamo qui perché vogliamo che riparta una trattativa che è ferma dal novembre scorso per un contratto che è scaduto, ormai un anno fa, il 30 giugno scorso. Marcegaglia può far sentire il suo peso perché con le altre grandi aziende come Gd, Ducati e Bonfiglioli ha sempre fatto la differenza". E anche le sigle che siedono al tavolo con Federmeccanica-Assistal e Unionmeccanica Confapi – Fim, Fiom e Uilm sono in lotta. La trattativa sarebbe in fase di stallo perché gli industriali avrebbero presentato una contropiattaforma ("cosa mai vista", precisa Conte) e i sindacati si troverebbe davanti "una proposta senza aumenti retributivi strutturali, solo un anticipo degli scatti e un po’ di welfare aziendale", aggiunge Conte. "Non siamo al tavolo per regole di rappresentanza inadeguate ma siamo nelle rappresentanze sindacali delle maggiori industrie e crediamo di dover dire la nostra". Federmeccanica, spiega Usb, propone 700 euro lordi di bonus annui, solo in aziende con utili elevati; niente scatti di anzianità, sostituiti da un generico "elemento di continuità"; 400 euro in flexible benefits, da spendere in modo vincolato. E la tesi di Usb è che oggi, sul fronte dei salari, si va avanti solo con la clausola di garanzia legata all’Ipca depurato. Un sistema che non convince. Perché l’Ipca – l’indice su cui si calcolano gli aumenti di base nei rinnovi contrattuali – esclude i beni energetici importati. Ma sono proprio quelli che pesano sulle bollette e sul pieno del carburante. "Un parametro truccato che non misura il costo reale della vita. Serve solo a contenere i salari e tutelare i profitti", spiega Usb, mentre l’Ocse certifica che in Italia i salari reali sono crollati del 6,9% tra il 2019 e il 2023. Da parte loro, le sigle al tavolo della trattativa, chiedono, tra l’altro un aumento retributivo di 280 euro. E Fim, Fiom, Uilm in assenza della riapertura della trattativa con Federmeccanica-Assistal e Unionmeccanica-Confapi entro il 30 maggio, hanno deciso di proclamare, per il prossimo 20 giugno, 8 ore di sciopero nazionale con manifestazioni regionali. Giorgio Costa