Scuola a fuoco, disposta perizia psichiatrica

L’uomo arrestato a Brisighella è rimasto in carcere per quattro mesi sotto falso nome. Era scomparso da casa sua a Roma a febbraio

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Nessun dubbio sulla contestazione visto che l’uomo era stato arrestato in flagranza di reato. Qualche dubbio invece è venuto sul nome: anzi, il protagonista di questa vicenda è rimasto in carcere per quattro mesi sotto un nome fasullo. E cioè quello che aveva fornito lui stesso quando la mattina del 2 marzo scorso era stato bloccato con l’accusa di incendio aggravato per avere dato fuoco alla scuola dell’infanzia ‘Pazzi’ di via Stazione a San Martino in Gattara. Trentunenne originario di Padova, aveva detto. E invece quando a inizio mese il suo legale ha contattato un numero di cellulare che l’uomo stesso gli aveva fornito, è venuto fuori che si trattava di un 41enne nato a Roma.

A ricostruire l’identità vera, è stata la voce dell’altra parte del telefono: che altri non era che il padre del 41enne il quale ha spiegato che il figlio, segnato da tempo da un certo disagio personale, era scomparso a febbraio, cioè pochi giorni prima dell’incendio alla scuola.

I particolari della singolare vicenda sono emersi in occasione dell’udienza di ieri mattina davanti al gip Janos Barlotti. Il giudice ha rinviato a mercoledì per dare incarico allo psichiatra Roberto Zanfini circa le condizioni del 41enne. Del resto già al momento della convalida del suo arresto, aveva spiegato in maniera definita dal gip "non molto lineare" che si era riparato nella cantina della scuola e che aveva acceso un focolare a causa del freddo per poi addormentarsi e risvegliarsi solo all’arrivo dei vigili del fuoco. "Non sono mica matto – aveva aggiunto – c’era un pavimento che lo consentiva. Non mi fa piacere essere itinerante", cioè senza fissa dimora. Al loro arrivo, i carabinieri della Stazione di Fognano avevano notato una coltre di fumo denso che fuoriusciva da una porta chiusa del seminterrato dello stabile. Quindi, a breve distanza, c’era l’uomo agitato e confuso. In prima battuta il 41enne aveva detto di avere acceso il fuoco con un accendino, poi sequestrato, e un po’ di carta: ma le fiamme si erano propagate in maniera incontrollata.

L’uomo, che non aveva documenti, aveva quindi declinato generalità fasulle spiegando di non ricordare come mai si trovasse in quel posto e come ci fosse arrivato. E mentre si era ancora in attesa dei pompieri, aveva provato a scappare tuttavia era stato subito bloccato. Intanto personale del Comune di Brisighella aveva cominciato a spegnere le fiamme usando estintori. Un residente aveva poi riferito di avere notato quell’uomo aggirarsi nel cortile della scuola sin dalle 6.30 bussando nervosamente al portone. Da ultimo una collaboratrice scolastica aveva ricordato che il sospettato, alla domanda su cosa mai ci facesse da quelle parti, le aveva risposto che "quella era casa sua, che lui abitava lì".

Andrea Colombari