Sempre più donne alla guida di imprese agricole

"Sono coloro che maggiormente innovano Ma la strada da percorrere è ancora lunga"

’Dietro a un grande uomo c’è sempre una grande donna’ diceva la scrittrice britannica Virginia Woolf un secolo fa. E in agricoltura è sempre stato così: nelle famiglie contadine dietro al fattore per secoli ci sono state sempre donne operose che, nel silenzio, oltre a prendersi cura della casa e dei figli raccoglievano la frutta, trebbiavano il grano e si prendevano cura del campo. La battaglia per la parità dei sessi pian piano ha cambiato tutto, scalfendo anche un settore tradizionalmente maschile come quello agricolo: e così oggi le donne non sono più figure in ombra, ma titolari di nome e di fatto di aziende lanciate nel futuro. Secondo i dati della Camera di commercio di Ravenna, al 31 dicembre 2019 le imprese agricole a conduzione femminile nella nostra provincia erano 1047 su un totale di 6824, il 15,3%. È una quota ancora minoritaria e in crescita che, secondo quanto spiegano anche le associazioni di categoria, negli ultimi anni si è messa sempre più in luce. "Le donne nelle aziende agricole ci sono sempre state, ma come coadiuvanti: ufficialmente non comparivano – spiega Laura Cenni, responsabile provinciale di Coldiretti Donne Impresa –. Ora invece vediamo tante aziende in cui le donne non sono più coadiuvanti, ma intestatarie. L’impostazione è tutta diversa. E si vedono anche tante donne che nel settore innovano: da qualche anno la legge permette alle aziende agricole di poter cogliere nuove opportunità valorizzando i propri prodotti e trasformandoli. E le donne più di tutte hanno colto queste occasioni: sono quelle che più di tutti si buttano sulla vendita diretta, sugli agriturismi, che vendono il pane fatto in casa e altri prodotti".

Il gruppo donne di Coldiretti si incontra per eventi e convegni da 10 anni: "Il progetto che ci sta più a cuore è ‘Educazione alla campagna amica’, con cui andiamo nelle scuole a parlare del nostro lavoro, della stagionalità e dei prodotti – prosegue Cenni –. Quest’anno col Covid non abbiamo potuto farlo, ma abbiamo girato dei video che abbiamo caricato online".

La strada comunque è ancora lunga: "Una giovane donna che voglia investire nel settore agricolo incontra ancora pregiudizi e ostacoli – spiega Andrea Betti, presidente di Confagricoltura Ravenna –. Le serve molta più determinazione di un uomo. Ma abbiamo notato anche come le donne siano anche le più preparate in quanto a innovazione e tecnologia, si buttano di più sulle cose nuove, hanno tante idee. In generale vediamo che le donne che si buttano nel settore hanno molte conoscenze e hanno già pensato a quali strategie adottare. E le donne, che spesso hanno progetti concreti, solitamente emergono. Ci auguriamo che aumentino sempre di più".

Sara Servadei