Rimasto senza lavoro dopo il lockdown. "Apro un mio locale"

Giovedì, sotto i portici di Castel Bolognese, apre il Civico 25, caffetteria e focacceria gestita da Eugenio Iannella, sposato e padre di tre figli

Eugenio Iannella con le mani infarinate, nel nuovo locale in via Emilia Interna

Eugenio Iannella con le mani infarinate, nel nuovo locale in via Emilia Interna

Faenza (Ravenna), 7 giugno 2020 - Rimasto senza lavoro nel periodo del lockdown, si è rimboccato le maniche e ora è pronto ad aprire un’attività tutta sua. È un caso esemplare quello di Eugenio Iannella, di Castel Bolognese, sposato e con tre figli, che, prima di questo periodo così difficile, lavorava, in amministrazione, in una grande struttura di ristorazione di Faenza con un contratto ‘a chiamata’. Eugenio è di Pordenone ma con radici calabresi. Da circa otto anni, assieme alla famiglia, si trova nel Faentino perché, dopo la laurea in Scienze turistiche, ha diretto per qualche tempo un hotel nella zona. Nel 2017 Iannella, dopo aver aperto una sua partita Iva, ha iniziato a collaborare come consulente per la grossa struttura di ristorazione faentina. Dopo due anni il rapporto di lavoro si è modificato, con un contratto a ‘a chiamata’.

«Durante il lockdown – racconta Iannella – la struttura per la quale lavoravo ha chiuso, due giorni prima della scadenza del mio contratto. Mi hanno rassicurato, dicendomi che mi avrebbero rinnovato il contratto, fino a fine giugno. Ero molto tranquillo che la nostra vita continuasse normalmente come prima: amici, una figlia fuori sede all’università di Parma, una al liceo e il più piccolo alle elementari con una passione del calcio. Insomma, aspettavamo la riapertura ma contavamo su un futuro tutto sommato ormai consolidato". Di certo però non si aspettava quanto da lì a poco la sua vita sarebbe cambiata totalmente.

"Nel frattempo – continua Iannella – sono stato collocato in cassa integrazione anche se il denaro non è mai arrivato perché mi è stato riferito che la natura del mio rapporto non contemplava il diritto a percepirlo dall’azienda, ma facendo richiesta all’Inps. A fine aprile, immaginando che l’azienda per la quale lavoravo stesse iniziando a prepararsi per la riapertura, ho contattato i loro uffici per dirmi disponibile a rientrare. Mi è stato detto di rimanere a casa fino a fine giugno; è stata una doccia fredda. Ho capito che mi avrebbero portato alla scadenza naturale del contratto per poi non rinnovarmelo". Con un affitto da pagare e la figlia all’università le cose sono diventate presto drammatiche. "L’unica soluzione che abbiamo ritenuto possibile – dice Iannella –, consapevoli che nessuno mi avrebbe potuto assumere a quest’età, era quella di rimboccarsi le maniche e tentare una nuova sfida".  

«Da giovedì – continua –, sotto i portici di Castel Bolognese, nascerà Civico 25, in via Emilia Interna, a fianco alla farmacia. Sarà una caffetteria, cornetteria, e focacceria in teglia. Lì stiamo concentrato le nostre energie e soprattutto le nostre speranze per poter ricominciare con la dignità e la professionalità che mi hanno sempre contraddistinto in tanti anni di lavoro". Infatti Iannella durante l’università per mantenersi aveva lavorato in un ristorante di una sua parente imparando, tra l’altro, a fare le pizze e avvicinandosi alla pasticceria. "Nel locale che andiamo ad aprire – dice Iannella – proporremo pizze gourmet in teglia con lievito madre, farine selezionate e farcite con prodotti locali da filiera c ortissima. Vogliamo offrire qualcosa di differente, credendo di dare una mano anche a riqualificare il centro storico". La sua scelta, proprio di questi tempi, è stata definita da tanti coraggiosa, per non dire avventata.

"A chi me lo faceva notare – dice ancora Iannella – ho risposto che bisogna avere coraggio senza lasciare nulla d’intentato. Ammetto che per questa difficoltà improvvisa abbiamo dovuto chiedere a mia figlia di lasciare Parma e ci siamo rivolti al Comune per avere una mano; però non siamo persone che si arrendono e contiamo moltissimo su questa nuova opportunità nata da un momento di difficoltà. Il lockdown ha sicuramente colpito più i dipendenti che non gli imprenditori e tra questi c’è chi se ne è approfittato non consentendo la maturazione di ferie o di tredicesime".