ANDREA COLOMBARI
Cronaca

Si butta con la figlia, il Pm: misura in struttura. Giulia: "Dal 22 dicembre avevo deciso di morire"

L’udienza di convalida per l’arresto della 41enne che lunedì ha ucciso la piccola di 6 anni è durata due ore in ospedale, dove la donna è ricoverata

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Ravenna, 10 gennaio 2023 – Il rammarico per non essere riuscita a morire assieme alla sua bimba Wendy di appena sei anni e alla cagnolina Jessy. E poi le ossessioni per i possibili debiti legati a una pratica per il superbonus 110; e ancora i rapporti tumultuosi con il padre e quelli in declino con il marito.

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Un eloquio, il suo, preciso e corretto: senza sbavature, anche nei dettagli più forti. La 41enne Giulia Lavatura Trunniger, dal letto dell’ospedale ’Bufalini’ di Cesena (la prognosi per lei è di 40 giorni), oggi pomeriggio nel corso dell’udienza di convalida dell’arresto per omicidio pluriaggravato e uccisione di animale, ha ricalcato quanto aveva già precisato nell’interrogatorio di martedì fornendo, a richiesta, ulteriori delucidazioni.

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La veglia per la piccola Wendy davanti al palazzo della tragedia a Ravenna

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La veglia di preghiera in via Dradi, nel luogo della tragedia. Candele e commozione (foto Zani). Nel tondo Giulia Lavatura
La veglia di preghiera in via Dradi, nel luogo della tragedia. Candele e commozione (foto Zani). Nel tondo Giulia Lavatura

Quasi due ore in tutto al termine delle quali il pm Stefano Stargiotti ha chiesto la convalida dell’arresto eseguito dalla polizia in flagranza. Ha inoltre chiesto che alla donna venga applicata la custodia cautelare in una clinica specializzata. Il difensore - l’avvocato Massimo Ricci Maccarini - si è invece opposto alla convalida dell’arresto dato che eseguito "su persona non imputabile per quei fatti". In quanto alla misura, ha escluso sia una eventuale pericolosità per altre persone che il rischio di fuga: "C’è però il pericolo che possa fare del male a se stessa". Per questo ha chiesto, "ma come misura di sicurezza e non cautelare", che la 41enne venga affidata a "una struttura specializzata per essere controllata ogni giorno". Il gip Andrea Galanti si è riservato la decisione: l’ordinanza verrà depositata entro domani.

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Circa la dinamica di quanto accaduto lunedì mattina dal nono piano della palazzina di via Dradi dove abitava con il marito e la bimba, la 41enne ha aggiunto giusto qualche sfumatura.

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Il pensiero di lanciarsi nel vuoto da 20-25 metri - come già aveva detto al pm - lo covava "dal 22 dicembre". Il 23 "sono rimasta tutto il giorno in casa in pigiama". Le nubi nere si erano improvvisamente addensate perché era emerso che i soldi del superbonus non erano stati caricati: "600 mila euro erano troppi per me, anche mia figlia sarebbe stata indebitata e io non potevo lasciarla in questa situazione". Il Natale lo aveva trascorso con la bimba a Porretta: ma a suo avviso non era andata affatto bene. I timori si erano fatti ancora più densi e lei aveva "maturato la decisione da sola". Il post pubblicato su Facebook poco prima di lanciarsi, lo aveva scritto "in tre o quattro giorni".

La strada era ormai segnata: solo i dettagli la separavano dalla morte. Quella mattina aveva avuto paura di "trovare un muratore sul ponteggio" che avvolge la palazzina: "Mi avrebbero poi mandata al centro di salute mentale". Ore 6.50, ha preso un pouf per salire sulla finestra e "sono andata a prendere Wendy, ero determinata: ’mamma, cosa fai?’, e lì ho avuto un piccolo ripensamento". Istanti, "poi mi sono buttata con il cane legato alla vita" e la bimba in braccio. E ora "sono viva e mi trovo con questa colpa".