"Si faceva male da sé" Liberi i titolari del ’Sole’

Secondo la perizia medico legale i segni sull’anziana ospite della casa famiglia. di Camerlona non sono riconducibili a percosse, revocate le misure cautelari.

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Quell’anziana paziente era stata trovata con il volto tumefatto e un rigonfiamento sulla testa. Ma portava anche segni evidenti sul collo ed ematomi sparsi per il corpo. Da ultimo, secondo le radiografie, era segnata da diverse fratture costali. Un quadro che aveva fatto ipotizzare che nella casa famiglia ‘Il Sole’ di Camerlona, su quell’ospite di quasi 105 anni ci fosse stato un accanimento anche con l’uso di corpi contundenti. La perizia del medico legale Emanuela Segreto incaricata dal tribunale, ha però riscritto la vicenda riconducendo tutte le lesioni a eventi accidentali, coma le necessità di spostare una persona molto anziana e praticamente immobile con conseguenti urti contro le sponde del letto. O alla naturale degenerazione fisica legata all’età. Ragioni per le quali, su istanza dell’avvocato difensore Francesco Papiani, il gip Sabrina Bosi, alla luce anche del parere favorevole espresso dal pm Antonio Vincenzo Bartolozzi e dato atto “che è venuto meno il quadro gravemente indiziario”, giovedì scorso ha revocato le misure cautelari che pendevano sui due titolari della struttura – si tratta del 58enne di origine torinese Marco Silvilotti e della moglie 48enne di origine nigeriana Uhunoma Sonia Omodia – i quali dopo l’arresto del 14 marzo scorso, avevano passato alcuni giorni in carcere per poi essere collocati ai domiciliari.

L’anziana, originaria di Lugo, da circa un anno era ospite della struttura di Camerlona. I parenti che l’avevano vista per l’ultima volta una ventina di giorni prima, avevano riferito che stava bene e che era lucida tanto da giocare a carte. Mentre al loro arrivo in ospedale subito dopo il ricovero, l’avevano trovata in pessime condizioni. E secondo la relazione medica presentata in prima battuta dalla procura, le lesioni più datate risalivano proprio a quel periodo, mentre le più recenti erano state collocate 24-48 ore prima dell’intervento dei carabinieri. L’allarme era stato lanciato dall’ospedale dove la donna era stata portata dal 118 dopo la chiamata degli stessi titolari della struttura. I militari del Radiomobile, alla luce della presenza di lesioni in astratto compatibili con maltrattamenti, si erano poi recati a Camerlona, là dove era arrivato il pm di turno Bartolozzi. Come accade in questi casi, era stata formulata una ipotesi di reato fluida: ai due erano stati attribuiti maltrattamenti in concorso o per volontarietà o per non avere impedito che si verificassero pur avendo ricevuto la signora in custodia e per questo ricoprendo un ruolo di garanzia nei suoi confronti. Il 58enne, primo a essere interrogato dal gip, aveva però tenacemente negato ogni addebito spiegando in buona sostanza che l’anziana era solita dimenarsi e che dunque si era procurata da sola le lesioni. Da qui la richiesta del suo avvocato di procedere con incidente probatorio per chiarire le cause delle ferite. Secondo la perizia, depositata nei giorni scorsi, “è ipotizzabile che la paziente tendesse spontaneamente o in seguito a traumi minimi, anche legati alla manovre terapeutiche, a manifestare lesioni”. Per quanto riguarda il piccolo ematoma sulla testa, può essere che la signora abbia urtato “il volto contro la sponda del letto”. Per quanto riguarda la fratture costali, risalirebbero a mesi prima. Da ultimo, le lesioni sulle mani sarebbero legate a una “dermopatia cronica” con “continua azione di grattamento”. A fine settembre tutti di nuovo davanti al gip: in quella sede gli atti verranno restituiti al pm che deciderà se chiedere di archiviare o se proseguire.

Andrea Colombari