"Siamo al punto di svolta per i cantieri sull’E45"

Anas e assessore regionale hanno presentato il piano triennale dei lavori. Sul piatto c’è un maxi investimento di 500 milioni: interventi su tratti omogenei

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Magari è la volta buona, anche se, trattandosi della E45, la cautela resta d’obbligo. Nei prossimi tre anni il tratto romagnolo (lungo 87 chilometri e 700 metri) dell’arteria che collega Ravenna a Orte finirà sotto i ferri per 495 milioni di interventi pensati per rilanciare definitivamente la funzionalità di una strada strategica a livello nazionale realizzata negli anni 70 e da troppo tempo costretta a convivere con una lunga serie di problemi. Quelli coi quali devono fare i conti i conducenti e i passeggeri dei 20.000 veicoli che ogni giorno percorrono il serpentone d’asfalto, non sempre in ottime condizioni, che mette in comunicazione la città bizantina con l’Alto Savio.

A fare il punto della situazione, in un incontro organizzato ieri a Cesena Fiera, sono stati l’assessore regionale alla mobilità Andrea Corsini e, per Anas, il direttore operativo Matteo Castiglioni e il responsabile della struttura territoriale dell’Emilia Romagna Aldo Castellari. A oggi circa il 20% del tratto romagnolo dell’E45 è occupato da cantieri (in tutto sono 21), dato che dal 2023 è destinato a crescere. Ragione per cui sarà fondamentale coordinare al meglio le operazioni di intervento, nell’ottica di contenere al massimo i disagi. Tra le principali note dolenti del passato c’è in effetti il fatto che spesso poco tempo dopo l’ultimazione di un cantiere, le transenne tornavano nello stesso punto, per consentire agli addetti ai lavori di effettuare ulteriori interventi di riparazione o per realizzarne di altro genere. Con più che comprensibile frustrazione da parte degli utenti, indispettiti anche dal vedere lunghi tratti inagibili senza però persone al lavoro: "Siamo a un punto di svolta – ha assicurato Anas – perché i lavori ora verranno effettuati per tratti omogenei, in tranche omnicomprensive da circa 15-20 milioni di euro l’una. Si tratta di somme importanti, che sono appetibili anche per aziende di medie e grandi dimensioni. Quelle in grado di disporre di un numero maggiore di addetti e dunque con la possibilità di organizzare turni anche sull’arco delle 24 ore".

Verranno rifatti asfalti, guardrail, new jersey, ponti e viadotti. Ma non ci sono fondi disponibili per realizzare nuove barriere fonoassorbenti. Sul tavolo che la politica territoriale condivide con Anas, c’è però anche dell’altro, a partire dall’annosa questione relativa al viadotto Puleto al confine tra Romagna e Toscana e alla viabilità ad esso alternativa, inagibile da anni. "Ci eravamo offerti di prendere in gestione quel tratto di ex Provinciale – ha precisato Castiglioni per Anas – con l’intento di renderlo nuovamente fruibile, ma dal Ministero è arrivato un responso negativo. Continueremo a lavorare in quella direzione, consapevoli dell’importanza che riveste il collegamento". Lo hanno dimostrato i fatti: quando nel febbraio del 2019 il Puleto venne posto sotto sequestro, l’Italia restò divisa in due. Con gravissime ripercussioni sul territorio cesenate e della Valle del Savio in particolare. "Un primo segnale – ha chiarito Lattuca – è arrivato dallo stanziamento alla nostra Provincia e a quella di Arezzo, di complessivi 5 milioni di euro per avviare i lavori di ripristino. Ne serviranno cinque volte tanti, ma è comunque un passo nella direzione giusta".

Luca Ravaglia