Sopralluogo per il recupero del San Domenico

Effettuato ieri mattina dal sindaco e dall’arcivescovo. De Pascale: "Questo luogo può essere la prossima sfida da affrontare"

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Si gettano le basi per il recupero della chiesa di San Domenico, in via Cavour. La proposta di farne l’aula magna del campus universitario ravennate, lanciata da Antonio Patuelli due settimane fa e subito condivisa da numerosi ravennati, ha fatto ieri a un primo, concreto, passo in avanti. Il sindaco Michele de Pascale e l’arcivescovo Lorenzo Ghizzoni hanno infatti svolto un sopralluogo nella chiesa, chiusa al pubblico da dieci anni, per i danni riportati nel terremoto del 2012. Il successivo post su Facebook del sindaco ha poi permesso di rivedere a distanza di anni la bellezza di un luogo di culto costruito nel 1269, contestualmente all’edificazione del convento dei domenicani. L’edificio andò ad ampliare una precedente chiesa altomedievale, che sorgeva nei pressi del canale Padenna, oggi coincidente con l’attuale via Cavour.

"Dopo l’appello pubblico lanciato dal presidente Antonio Patuelli per il suo recupero, ho partecipato con piacere a una visita approfondita all’interno della chiesa. Un luogo di grande fascino – racconta de Pascale –, situato in un crocevia unico nel cuore del centro cittadino, che ha ospitato l’ultimo evento nel 2015 e che necessita ora di un’approfondita verifica strutturale e di un’importante opera di restauro". Conclude il sindaco: "In questi anni la città è stata in grado di portare a termine prestigiosi progetti di recupero del suo importante patrimonio artistico e culturale: il recupero della chiesa di San Domenico ha tutte le carte in regola per essere la prossima sfida da affrontare". Il primo passo potrebbe essere fatto dalla Fondazione Flaminia (la presidente Mirella Falconi ha subito condiviso l’idea di fare della chiesa l’aula magna universitaria) con la convocazione di un tavolo insieme a Curia, Comune, Fondazione Cassa e Università.

"Alcune linee di finanziamento pubblico esistono già – commenta il sindaco –. Penso all’intervento, poi sospeso, che il ministero per i Beni culturali aveva avviato proprio su San Domenico. Oppure ai fondi statali per l’edilizia universitaria, nel caso di destinazione ad aula magna o, in ogni caso, a luogo a disposizione del campus. Ricordo che i più importanti recuperi di edifici storici, anche per dimensioni, sono stati fatti grazie all’intervento di fondazioni bancarie. Penso a Palazzo Guiccioli e a Palazzo Rasponi".

La suggestiva facciata in mattoni raggiunse le attuali dimensioni nel 1374. Rimasta incompiuta, era dotata di archi ogivali, ancora oggi visibili ai lati del portone d’ingresso (tre per parte), dove venivano riposte le sepolture: un patrimonio che nei prossimi anni potrebbe tornare alla vista di ravennati, studiosi, turisti.

lo. tazz.