"Sparava alle tortore dalla finestra di casa"

Ex cacciatore 79enne a processo dopo essersi opposto al decreto penale di condanna. A denunciarlo fu la vicina, attivista animalista.

"Sparava alle tortore  dalla finestra di casa"
"Sparava alle tortore dalla finestra di casa"

È accusato di avere sparato a una tortora dalla finestra di casa. Fatti che risalgono al 2021 per i quali un 79enne ex cacciatore di Faenza, tutelato dall’avvocato Lorenzo Valgimigli, si è opposto al decreto penale di condanna sottoponendosi al processo davanti al giudice onorario Tommaso Paone. A suo carico c’è una contravvenzione prevista dalla legge sulla caccia del 1992, per aver sparato all’indirizzo di avifauna protetta, nella fattispecie tortore dal collare, peraltro in un giorno in cui la caccia non era consentita, abbattendo alcuni esemplari. L’imputato – ieri tutelato in aula dall’avvocato Enrico Ferri – nega ogni addebito. A seguito di quell’episodio gli furono sequestrati fucile ed altre armi che deteneva in casa.

A farlo finire nei guai è stata la denuncia della vicina di casa, che ieri in tribunale si è detta attivista dell’associazione animalista denominata Ampana, Associazione nazionale protezione animali natura ambiente. I due sono dirimpettai sulla via Emilia, in una zona urbanizzata, ma dove non distante si può praticare la caccia. Nella denuncia la testimone aveva detto di aver ritrovato, il 18 settembre 2021, una tortora morta che presentava un foro, a suo avviso attribuibile ad un colpo di fucile.

La stessa, inoltre, in precedenza avrebbe sentito esplosioni e visto l’anziano vicino sparare. La donna presentò la denuncia tre giorni più tardi, portando in caserma fotografie e non la tortora morta in quanto già in stato di decomposizione. Ieri, davanti al giudice, ha sostenuto di avere visto quel giorno stesso il vicino esplodere un colpo dalla finestra di casa propria, e che già in precedenza aveva rinvenuto altre tortore morte nel cortile di casa.

In occasione della prossima udienza, a fine settembre, sarà sentito l’ufficiale di polizia giudiziaria che aveva proceduto al sequestro delle armi, detenute regolarmente sebbene l’uomo, già all’epoca dei fatti, non praticasse più la caccia da tempo.

l. p.