Spari al ‘rivale’ in pialassa. La fuga poi l’arresto

In manette un 39enne: per l’accusa l’uomo è stato mosso dalla gelosia. Sei i colpi esplosi, ma la pistola non è stata ancora ritrovata

Tentato omicidio in un capanno: arrestato un 39enne

Tentato omicidio in un capanno: arrestato un 39enne

Cinque, forse sei i colpi sparati in rapida successione. I primi esplosi verso quell’uomo che potrebbe avere inquadrato come suo rivale in amore e che stava prendendo il sole nel giardino di un capanno in zona piallassa Piomboni. E gli altri quando la designata vittima era entrata dentro per ripararsi e l’aggressore di conseguenza ha sfondato una finestra per prendere meglio la mira.

Un tentato omicidio, quello verificatosi nel primo pomeriggio di mercoledì scorso, che è costato l’arresto a un 39enne di origine pugliese ma domiciliato a Ravenna, Carmine De Santis. La polizia lo ha raggiunto nei pressi di un vicino capanno dove l’uomo aveva tentato invano di nascondersi. Ora deve rispondere anche di detenzione illegale di pistola (non ancora ritrovata) e di evasione: si perché si trovava ai domiciliari per via di pregresse grane con la giustizia.

Ieri mattina per il 39enne, difeso dall’avvocato Raffaele Coletta, alla luce dei "gravi indizi" è arrivata la convalida dell’arresto con custodia cautelare in carcere per pericolo di reiterazione del reato, come chiedeva la procura. Davanti al gip Corrado Schiaretti, l’indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere limitandosi a dichiarare in buona sostanza di non avere affatto sparato.

La designata vittima, sentita a caldo dagli inquirenti, ha invece sostenuto a verbale di averlo riconosciuto dalla voce mentre pronunciava una minaccia del tipo: "Ti sparo in bocca"

Secondo quanto ricostruito nelle indagini della squadra Mobile coordinate dal pm di turno Angela Scorza, tutto potrebbe essere legato a un messaggio ("Sei sveglio?") che il 39enne avrebbe interpretato come indice di una possibile relazione clandestina della compagna con il ravennate che abita nel capanno dove tutto è accaduto. Per l’accusa la gelosia gli avrebbe insomma armato la mano.

Di fatto una prima segnalazione alle forze dell’ordine di quanto potenzialmente stava per verificarsi, è arrivata attorno alle 13.30 quando un testimone nei pressi del ponte mobile ha visto una donna in lacrime al volante di una utilitaria e, a fianco, un uomo con una pistola e un coltello stretti nelle mani.

Poco dopo a chiamare è stato l’uomo finito al centro del mirino: per vie traverse, aveva saputo che qualcuno gli voleva forse fare del male. Ecco che allora le prime Volanti sono subito arrivate sul posto: ma in quel momento in giro era tutto tranquillo. Gli agenti, prima di andarsene, gli hanno dato un buon consiglio evidentemente disatteso: quello di rimanere ben chiuso in casa e di richiamare immediatamente in caso di necessità. E di fatti ecco che mezz’ora dopo, mentre era in giardino, l’uomo è stato bersagliato dai primi colpi, per fortuna nessuno dei quali andato a segno (tre almeno i bossoli poi sequestrati dagli inquirenti).

È stato lui a chiamare di nuovo per riferire di quanto stava accadendo. Le Volanti hanno setacciato l’area ma il sospettato era già riuscito a scappare, probabilmente anche tuffandosi in acqua. Poi, verso le 17, a chiamare è stato il proprietario di un capanno a breve distanza: entrando nella struttura, aveva trovato uno sconosciuto in mutande il quale, a richiesta di spiegazioni, aveva reagito aggredendolo e scappando.

Una fuga durata poco perché gli agenti lo hanno trovato e bloccato nonostante un altro tentativo di guadagnare la libertà con un nuovo tuffo in acqua. La perquisizione dell’utilitaria al centro della prima segnalazione, ha fornito ulteriori elementi a riscontro: dentro c’erano vestiti per colore e modello compatibili con quelli descritti dal testimone delle 13.30 e tutti ancora bagnati fradici.

a.col.