Fase 2 spiagge, si ribella il patron del Papeete. "A queste condizioni non apro"

Milano Marittima, il numero uno dello stabilimento balneare preferito da Salvini: "Vergognoso dare le linee guida a ridosso dell’apertura"

Massimo Casanova con Matteo Salvini la scorsa estate

Massimo Casanova con Matteo Salvini la scorsa estate

Milano Marittima (Ravenna), 14 maggio 2020 -  Il Papeete Beach di Milano Marittima, lo stabilimento che nell’estate del 2019 rimbalzò alle cronache come ‘governo balneare’ per l’assidua presenza e le conferenze stampa di Matteo Salvini, potrebbe non riaprire. Il suo patron, Massimo Casanova, parlamentare europeo della Lega, non ha ancora sciolto le riserve sulla stagione 2020. Che ne sarà dei suoi locali, del Papeete beach, dell’albergo e della discoteca Villa Papeete? "Villa Papeete dovrà restare chiusa e per il Papeete e l’albergo non so ancora se aprirò. Non si può stravolgere un modello come quello del Papeete, creato in vent’anni di lavoro e diventato un simbolo del divertimento a livello nazionale. Se spegniamo il divertimento si spegne anche la riviera romagnola, che vede nell’intrattenimento il suo valore aggiunto". Gli happy hour, momento clou delle giornate al Papeete beach, quest’estate non si poitranno fare. Secondo lei sicurezza e happy hour avrebbero potuto convivere? "Credo che con le dovute precauzioni, mascherine, disinfettanti per le mani e il giusto distanziamento, le attività di pubblico spettacolo all’aperto si potrebbero fare. Se le discoteche resteranno chiuse per una stagione non potranno sostenersi. Non riapriranno più". Doveste decidere di riaprire, come vi organizzereste? "È una vergogna che le linee guida siano uscite a metà maggio, a ridosso dell’apertura. Come puoi organizzare la tua attività in pochi giorni? Noi imprenditori e i nostri governanti parliamo due lingue diverse, loro non sanno cosa sia una gestione d’impresa. Organizzare un’attività richiede tempi lunghi, dal reclutamento dei dipendenti – da me lavorano 400 persone, che forse perderanno il lavoro –, alla manutenzione e all’allestimento delle strutture, oltre a tutti gli ulteriori problemi sulla messa in atto dei nuovi protocolli, peraltro non sempre chiari e spesso poco praticabili". Vi preoccupa il distanziamento? "Ci preoccupano i conti a fine mese, che devono quadrare. Se non ci saranno sostegni economici, la riduzione di ombrelloni, così come dei tavoli al ristorante, comporterà minori entrate che dovranno essere compensate con l’aumento dei prezzi. Allora verrà meno il rapporto qualità prezzo della nostra riviera e la vacanza se la potranno permettere in pochi. Ma l’aumento dei prezzi garantirà anche un servizio migliore? Con le restrizioni che abbiamo, è impossibile. E i clienti potrebbero tornare a casa pensando di aver fatto una brutta vacanza. Sarebbe la nostra fine".