REDAZIONE RAVENNA

Stalking sulla vicina. Arrestata poi rilasciata. La vittima: "Lei libera, io no"

Negato il carcere a una donna che da un anno tormenta la dirimpettaia. Quest’ultima ha dovuto cambiare casa: "Vivo come se fossi una nomade".

L’indagata lascia il tribunale di Ravenna con la polizia

L’indagata lascia il tribunale di Ravenna con la polizia

Una vicenda di stalking inquietante e protratta nel tempo ha portato all’arresto, nella mattinata di venerdì, di una donna ucraina di 50 anni, accusata di aver reso invivibile la vita della propria vicina di casa, fino a costringerla ad abbandonare l’abitazione. I fatti si sono verificati in una zona residenziale di Porto Fuori, dove da oltre un anno si trascina una situazione divenuta insostenibile.

La donna arrestata era già sottoposta a una misura cautelare di divieto di avvicinamento e di comunicazione, disposta dal gip Corrado Schiaretti. Ma nonostante il provvedimento, la condotta persecutoria è proseguita. L’ultimo episodio è avvenuto proprio venerdì mattina: la vittima era tornata per pochi minuti nella propria casa, solo per recuperare alcuni oggetti. Appena ha infilato la chiave nella toppa, la vicina ha cominciato a insultarla e minacciarla, come già accaduto in molte altre occasioni.

La vittima ha cercato di non reagire e si è allontanata. Quando è tornata una seconda volta, la situazione è degenerata: nuovi insulti, nuove minacce e perfino un cartello con scritte offensive mostrato dalla cinquantenne. La giovane donna ha così chiamato la polizia. Sul posto sono intervenute due pattuglie della Polizia di Stato che, alla luce della misura cautelare già in vigore e delle prove video raccolte tramite il sistema di sorveglianza installato dalla vittima, hanno proceduto all’arresto.

La cinquantenne ha opposto una forma di resistenza passiva e nella mattinata di sabato è comparsa davanti al giudice Natalia Finzi, che ha convalidato l’arresto. La procura ha chiesto la custodia cautelare in carcere, ma il giudice ha disposto il ripristino della misura del divieto di avvicinamento. Il processo è stato aggiornato a ottobre. Per quest’ultimo episodio, la donna è difesa dall’avvocato Francesco De Angelis che potrebbe chiedere un rito abbreviato condizionato a perizia psichiatrica.

La vittima, assistita dall’avvocato Francesco Papiani, denuncia una lunga serie di episodi: il compagno – un giornalista – è stato colpito con un martello, più volte ha trovato la vicina dentro la sua auto, ha subito lanci di uova contro casa, muri imbrattati, il cancello danneggiato, danni all’auto. Tutto documentato dalle telecamere. Nei giorni scorsi ha denunciato anche il sequestro del proprio cane, che sarebbe stato trattenuto nella casa della stalker dopo che la donna, secondo quanto riferito, avrebbe tagliato la recinzione in un punto non coperto dalle telecamere. L’animale è stato poi recuperato dalla polizia. Episodi simili si sarebbero ripetuti più di una volta.

Durante il weekend del 20-22 giugno, particolarmente turbolento, la cinquantenne è stata portata via due volte dall’ambulanza, al mattino e poi nel pomeriggio, ma in entrambe le occasioni è tornata nella propria abitazione. La donna è in cura al Sert, ma non è mai stato disposto un Tso. Secondo quanto riferito, al momento nessuna struttura sarebbe disposta ad accoglierla. Il marito è il suo amministratore di sostegno.

La vittima, ormai costretta ad abbandonare la sua casa, tra l’indifferenza degli altri residenti che si limitano ad assistere da dietro le tapparelle, si è rivolta a un centro antiviolenza, a una psicologa e a un’associazione per la protezione degli animali, facendo riferimento anche alla nuova legge Brambilla per i presunti sequestri del cane. Ha scritto più volte al Comune senza mai ricevere risposta scritta. "Sono diventata una nomade – racconta la vittima – lei è libera, e io no".

Lorenzo Priviato