Stereotipi, come cambia la narrazione

Si modificano i ruoli, anche nelle favole, dove le principesse sono ribelli e coraggiose e i principi non nascondono le proprie emozioni

Stereotipi, come cambia la narrazione

Stereotipi, come cambia la narrazione

Favola e stereotipo: spesso l’una contiene l’altro. Durante una lezione di italiano, analizzando delle favole, abbiamo incontrato la parola “stereotipo” e ci siamo accorti che nelle favole la donna è sempre gentile, bella e ubbidiente e l’uomo è sempre valoroso e forte, ma nella realtà può essere anche tutto il contrario.

La parola “stereotipo” significa avere un’immagine basata sui pregiudizi che chiunque può avere a proposito di una cosa o una persona, anche se non l’ha mai conosciuta. Confrontandoci è emerso che non tutti conoscevano questo termine e, spinti dalla curiosità, abbiamo indagato sull’origine della parola per capirne il significato. Così abbiamo scoperto che letteralmente questo termine si può tradurre con “immagine rigida” e che viene spesso usato per incasellare persone o situazioni dentro schemi precostruiti. Abbiamo continuato ad interrogarci sulle ragioni per le quali esistano queste rigidità e abbiamo capito che tutto deriva da un antico pensiero culturale, radicato nella nostra società e spesso legato a sistemi di potere. Altrimenti per quale motivo le ragazze dovrebbero essere sempre belle e aggraziate e i ragazzi muscolosi e impavidi?

Questo pensiero si è radicato nella nostra società e anche nella mente di molte persone. Tante ragazze della classe non si sono riconosciute in quelle figure femminili così cortesi, spesso con la testa fra le nuvole e, diciamolo, troppo arrendevoli alle difficoltà della vita. Allo stesso modo molti compagni non si sono identificati in quei modelli maschili forzuti, impavidi e sprezzanti dei pericoli, perchè spesso si sono ritrovati ad avere paura, ad apprezzare molto di più l’esperienza di cucinare insieme alla mamma piuttosto che andare a caccia di pericoli. Grazie a questo momento di confronto ci siamo resi conto che, in alcune occasioni, questi modelli ci hanno fatto sentire a disagio. Tuttavia non tutto è ancora perduto. Sì perchè, come giustamente ha fatto notare un compagno, i nuovi film d’animazione stanno andando verso una direzione opposta.

Capita sempre più spesso di avere a che fare con principesse ribelli, coraggiose, che affrontano la paura in nome di un grande ideale. Allo stesso tempo ci stiamo lasciando alle spalle le immagini di principi che non vedono l’ora di mostrare la propria forza, per lasciare spazio a giovani ragazzi desiderosi di condividere avventure con chiunque lo desideri. Queste narrazioni ci piacciono sicuramente di più, perché parlano di noi! In seguito la prof ci ha proposto la lettura di un libro che era conosciuto solo da pochi di noi: ’Storie della buonanotte per bambine ribelli’ di Elena Favilli e Francesca Cavallo. Si tratta di un libro che racconta le storie di personaggi femminili più o meno noti che, nell’arco dei secoli, hanno lasciato il segno. Ciascuno di noi ha scelto la storia di una di queste donne e l’ha portata a casa per approfondirne la conoscenza e per lasciare una traccia del lavoro svolto. Si tratta di donne che hanno scelto di lasciare il segno e di non lasciare spazio all’arrendevolezza e alla paura. Anche noi non vogliamo farci convincere da quelle persone che ritengono gli stereotipi reali, ma vogliamo essere liberi di pensare ciò che desideriamo. Impariamo a crescere senza pregiudizi e preconcetti per diventare veramente “noi” in futuro.

Classe prima

Scuola media ‘Sacro Cuore’

di Lugo

Prof. Lorenzo Monti