
La ’culla per la vita’ è all’interno del cortile della parrocchia di Santa Maria in Torrione
Ravenna, 11 maggio 2025 – È in manutenzione la ‘culla per la vita’, la prima e unica a Ravenna, situata all’interno del cortile della parrocchia di Santa Maria In Torrione. Inaugurata il 7 ottobre 2023, il suo obiettivo è quello di salvare la vita a quei neonati che le madri non vogliono partorire in ospedale e che non possono o non riescono a tenere con sé.
L’iniziativa è partita dall’associazione Medici Cattolici con sede a Bologna, ma anche uffici a Faenza, che ha attivato la raccolta fondi per raggiungere la cifra necessaria (circa 30mila) alla realizzazione della struttura. Si tratta di una risposta a un fenomeno sommerso, quello dell’abbandono dei neonati nei cassonetti, che riguarda soprattutto donne in situazioni di grave difficoltà. Il suo funzionamento è intuitivo: si preme un pulsante per aprire il portello; quando un bambino viene posto nella culla, parte in automatico un allarme e si accende una telecamera interna sorvegliata 24 ore su 24 da volontari della parrocchia stessa. In caso di abbandono, attiveranno il 118 e la Neonatologia dell’ospedale. È dotata di una serie di dispositivi, tra cui il riscaldamento, la chiusura di sicurezza e la rete con servizio di soccorso medico per garantire il massimo della sicurezza. Una volta rinchiusa la porta esterna della ‘culla’, da cui viene introdotto il neonato, dall’esterno non sarà più possibile riaprirla.
“Durante uno dei collaudi periodici – spiega il dottor Stefano Coccolini, dell’associazione dei Medici Cattolici –, ci siamo accorti di un malfunzionamento della culla. Manca la copertura del provider di telefonia mobile e con l’utilizzo delle App non si riesce a sapere con esattezza se il portello si apre. Ci stiamo lavorando, la prossima settimana saremo a Firenze per capire come è stato risolto là il problema della distanza del personale dalla culla. Dopo quanto accaduto lo scorso 2 gennaio a Bari, il livello di attenzione verso la sicurezza delle culle per la vita è inevitabilmente altissimo”.
Infatti quel giorno un neonato fu trovato morto nella culla termica della chiesa di San Giovanni Battista nel capoluogo pugliese. Dalle indagini effettuate ‘Angelo’, così è stato chiamato, è morto per ipotermia all’interno della culla a causa del mancato funzionamento del materassino che avrebbe dovuto far attivare l’allarme telefonico collegato al cellulare del parroco una volta rilevato il peso del bambino. I sensori non hanno funzionato, l’allarme non è scattato.
“Da allora – prosegue il dottor Coccolini – sono partite, su volontà del ministero della Salute, le indagini dei Nas. Se venisse fuori una normativa nazionale che ne chiarisca la regolamentazione, ne uniformi le caratteristiche e ne consenta il monitoraggio, sarebbe una cosa buona. Di certo è che le culle funzionano bene in posti come a Bologna dove c’è una presenza h24 di personale che si attiva appena suona il campanello, senza bisogno di un eccessivo utilizzo della tecnologia. Ci sarebbe piaciuto fare qualcosa di simile anche a Ravenna, ma non è stato possibile perché le uniche strutture con personale presente fisicamente erano in zona Ztl del centro storico, quindi non facilmente raggiungibili e in grado di garantire l’anonimato”.
Finora a Ravenna la ‘culla per la vita’ non è mai stata attivata – per fortuna – per accogliere un bambino. A suonare il campanello, come ricordato da Coccolini, è stata solo qualche persona in vena di scherzi.