
L’avviso di fine indagini è stato notificato a due ragazzi di 24 e 28 anni. L’atto solitamente precede la richiesta di rinvio a giudizio
Ravenna, 21 giugno 2025 – Quella sera la ragazza aveva bevuto. E quei due giovani ravennati non solo le avevano offerto vino e liquori peggiorando così la sua condizione. Ma alla fine avevano pure abusato di lei nell’appartamento di uno di loro due. In sintesi è quanto il pm Lucrezia Ciriello ha contestato nell’avviso di conclusione indagine notificato di recente a un 28enne difeso dall’avvocato Maria Teresa Rizzo e a un 24enne tutelato dall’avvocato Giovanni Scudellari. Nell’atto, che di solito precede la richiesta di rinvio a giudizio, i due sono accusati di violenza sessuale di gruppo aggravata dallo stato psicofisico della giovane, una studentessa americana di 19 anni tutelata dall’avvocato Angelo Stirone.
La 19enne dagli Stati Uniti era a suo tempo arrivata in città nell’ambito di uno scambio culturale. Arrivata e ripartita a pochi giorni dal lamentato stupro dopo avere raccolto in fretta e furia tutte le sue cose. La linea di rottura si era palesata la notte tra il 24 e il 25 agosto dell’anno scorso quando i due, secondo le verifiche poi eseguite dai carabinieri del nucleo Investigativo, l’avrebbero violentata in un alloggio alle porte della città dopo averla agganciata in una festa al mare. La 19enne a caldo non aveva praticamente voluto collaborare con gli inquirenti lasciando dunque l’inchiesta su una strada decisamente impervia: anche se nelle sue ricostruzioni, rese di prima mano soprattutto ai medici, c’erano elementi fondamentali per identificare i possibili autori dell’episodio i cui telefonini era stati in seguito messi sotto intercettazione.
Di fatto in prima battuta gli inquirenti avevano dovuto lavorare sulle poche confidenze che la 19enne aveva fatto alla ravennate che la ospitava, oltre che sulle parole usate con gli operatori sanitari del pronto soccorso e riportate nel referto medico. Il contesto di tutto lo aveva offerto una festa in uno stabilimento balneare di Punta Marina Terme. Da qui lei e i due giovani si erano spostati verso la città. La studentessa non era andata subito in ospedale: lo aveva fatto la notte del giorno dopo, lunedì, su consiglio dall’America dei suoi genitori. Una volta lì, era scattato lo specifico protocollo e si era messa in moto la macchina della giustizia. Ma lei era già ormai sul volo per gli States. A metà febbraio scorso aveva però accettato di tornare a Ravenna per essere sentita in un contesto protetto in incidente probatorio davanti al gip Janos Barlotti. E in quella occasione aveva riferito che dopo una serie di drink, non aveva ricordato quasi più nulla. In prima battuta il sospetto degli inquirenti si era canalizzato sulla cosiddetta droga dello stupro. Ma sia i risultati delle analisi tossicologiche che l’assenza di elementi in tal senso, avevano indotto gli investigatori ad abbandonare tale pista. È pero rimasto lo scenario legato all’alcol con i due indagati - prosegue l’accusa - che avrebbero agevolato la condizione di ubriachezza della 19enne offrendole diversi bicchieri per poi costringerla a subire atti sessuali di gruppo.
Andrea Colombari