Subito revocato il divieto di balneazione

Nuove analisi hanno sancito la salubrità dell’acqua, stop rimosso ieri pomeriggio

È durato poche ore il divieto temporaneo di balneazione disposto dal sindaco di Cervia con un’ordinanza nel tardo pomeriggio di mercoledì. L’atto era stato firmato, a tutela della salute dei bagnanti, dopo che le analisi microbiologiche delle acque avevano rilevato il superamento di uno dei parametri. La notizia si è diffusa in pochi minuti e con una intensità maggiore rispetto alle volte precedenti dato che, in questo caso, sono stati molti i tratti della costa romagnola sottoposti a divieti.

Divieto di balneazione revocato in Emilia Romagna, valori rientrati nella norma

A Cervia, il divieto è ricaduto nel tratto compreso all’incirca fra il porto e il confine con Cesenatico. Ieri pomeriggio, attorno alle 14, il sindaco Medri stava già firmando l’ordinanza per revocare il divieto. Non si tratta del primo caso in cui una ordinanza per divieto temporaneo di balneazione viene emessa per poi essere revocata dopo poche ore perché i parametri, nelle analisi che vengono ripetute, risultano nella norma. Tuttavia, fermo restando che la salute pubblica rimane al primo posto, una domanda che ci si inizia a porre è se ci siano soluzioni per cercare di evitare – ove possibile – la generazione di allarmismo a danno anche dell’immagine della località.

Fra le motivazioni ipotizzate ci sono l’ondata di calore persistente e l’assenza di vento che non ha favorito il ricambio dell’acqua. Ma situazioni di questo genere, specie quando durano poche ore, iniziano a preoccupare le categorie economiche le quali, durante il periodo estivo, vivono di turismo. E ci si interroga sulle modalità di emanazione dei divieti.

Emanuela Piraccini, titolare del Bagno CerviAmare, che si è trovato proprio nel tratto in cui il divieto di balneazione era stato introdotto, spiega "anche Cervia, purtroppo, era rientrata nei comuni in cui i parametri erano fuori norma e si è dovuta emettere l’ordinanza perché la salute va tutelata, certamente. Ormai, però, sappiamo che queste ondate di caldo possono generare tali fenomeni – afferma – , l’acqua diventa meno pura e credo che forse si potrebbe ragionare sul trovare un sistema che possa garantire una analisi più accurata o avere meno fretta nell’emettere il divieto. In pieno luglio è purtroppo un fatto sempre spiacevole".

"Le persone poi – conclude – non sono impaurite, più che altro scocciate perché non possono rinfrescarsi in acqua nemmeno con una camminata. Dobbiamo fare i conti con le ondate di caldo e il cambiamento climatico, anche perché gli eventi legati al meteo generano sempre apprensione".

Ilaria Bedeschi