Sulle colline del Brisighellese è comparso lo sciacallo dorato

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di Filippo Donati

Un nuovo importante mammifero è comparso sulle colline dell’Appennino faentino. Si tratta di uno sciacallo dorato, immortalato da una fototrappola posizionata sul territorio del comune di Brisighella, all’esterno dei confini del parco della Vena del Gesso. "L’avvistamento è riportato sulle banche dati che monitorano la presenza del predatore sul territorio italiano", evidenzia il direttore dell’Ente Parchi Nevio Agostini. "Non deve stupirci: è un animale in piena espansione sul territorio nazionale".

Lo sciacallo dorato è uno dei cinque mammiferi del genere ‘canis’, insieme al lupo (e quindi al lupo addomesticato, vale a dire il cane), al coyote americano, al lupo africano e al lupo etiope – quest’ultimo a fortissimo rischio di estinzione. Nonostante il nome sia identificato con atteggiamenti poco edificanti, non c’è nulla da temere circa la presenza sui rilievi romagnoli dello sciacallo dorato (che non è un parente diretto degli sciacalli africani): si tratta di un mammifero dalle dimensioni molto più contenute rispetto al lupo, dal manto grigio-rossastro, abituato a cibarsi prevalentemente di piccoli vertebrati, o di carogne.

La presenza dello sciacallo dorato in Italia non era mai veramente venuta meno, potendo contare su un nucleo residente in Friuli e sugli sconfinamenti degli esemplari presenti in Slovenia. Nel resto della penisola era tuttavia sparito: la sua espansione in direzione sud è recente – il primo avvistamento in Emilia è datata al 2017 – facilitata dal diminuire degli atti di bracconaggio e da una disponibilità di prede incoraggiante. Recentemente sono stati registrati avvistamenti anche in Toscana, e addirittura al Circeo. L’Emilia Romagna rappresenta comunque uno dei suoi avamposti più occidentali, considerando che la specie è diffusa dalle Alpi fino all’Indocina, attraverso tutta l’Europa dell’est, il Medio oriente e la penisola indiana. "Parliamo di un mammifero estremamente adattabile, ancora più del lupo, e che avendo una vita sociale meno articolata ha anche esigenze ecologiche minori", prosegue Agostini. "È presto per fare valutazioni: probabilmente è una specie più adatta alle aree di pianura, ma non possiamo escludere che anche l’Appennino venga colonizzato".

Nella foto: uno sciacallo dorato (foto di repertorio)