Ravenna, un supermercato autogestito come all’estero

L’idea di un ravennate sarà presentata in due serate a Legacoop

Ravenna, un supermercato autogestito come all’estero

Ravenna, un supermercato autogestito come all’estero

Un supermercato che non ha nulla a che vedere con gli omologhi, non è così?

«Le differenze sono enormi. Innanzitutto, per cominciare l’attività, puntiamo a uno spazio piuttosto contenuto, fuori dal centro storico, dal quale poi eventualmente spostarci nel caso l’idea dovesse prendere piede. Inoltre tutti noi promotori – così come il centinaio di persone che ci hanno già dimostrato un primo interesse per la questione – nella vita svolgiamo altri mestieri. Il vero beneficio, per chi vorrà diventare nostro socio in quest’avventura, sarà quello di poter acquistare a prezzi contenuti prodotti che altrove non sarebbero abbordabili per larghe fasce della cittadinanza».

Eppure proprio qui risiede uno dei fattori che vi differenzia da esperienze analoghe, è corretto?

«Dobbiamo essere realisti. Nei primissimi mesi difficilmente potremmo disporre di prodotti freschi, per i quali occorre una presenza puntuale che in quelle settimane faticheremo a mettere in campo. Inoltre non vogliamo essere un emporio ‘d’élite’ come quelli di Bologna o Parma, che si rivolgono a chi ha redditi e sensibilità acquisite. Una volta a regine privilegeremo il biologico e la stagionalità, ma all’inizio adotteremo un approccio inclusivo, in modo da avvicinare a quei prodotti chi finora non se li è potuti permettere».

Il vostro non è un lancio del vuoto, giusto?

«Al nostro progetto collabora anche Enrico De Sanso, che è tornato a Ravenna dopo sei anni a Bruxelles, dove ha guidato per lungo tempo un’esperienza analoga, Bees Coop. A New York e Parigi esistono realtà simili attive da decenni. A determinare il successo sarà il numero di soci: in base a quello capiremo quali orari d’apertura ci sarà possibile coprire nei primi mesi. Nel frattempo puntiamo ad alzare la serranda tra gennaio e febbraio 2020».