Tachicardia ventricolare, smartwatch lo salva

I dati rilevano un'anomalia. Il giovane è stato poi curato dagli specialisti del dipartimento di Aritmologia del Maria Cecilia Hospital di Cotignola

Tachicardia ventricolare, smartwatch 'scopre' la patologia (foto d'archivio Ansa)

Tachicardia ventricolare, smartwatch 'scopre' la patologia (foto d'archivio Ansa)

Cotignola (Ravenna), 18 febbraio 2020 – La tecnologia non solo può essere di aiuto per la salute, ma in alcuni casi salva la vita. Un 33enne ha scoperto, grazie allo smartwatch regalatogli dalla moglie, di avere un problema al cuore. I successivi esami hanno evidenziato una grave tachicardia ventricolare e a salvarlo – con un intervento – sono stati gli specialisti del dipartimento di Aritmologia di Maria Cecilia Hospital di Cotignola, ospedale di Alta Specialità di Gvm Care & Research.

A distanza di meno di un mese dall’intervento, il giovane – originario di Lecce – sta bene e, dopo un esame Holter e un Ecg sotto sforzo, potrà ricominciare gradualmente anche le attività sportive. La tecnologia e i device degli ultimi anni hanno permesso un controllo sempre maggiore della quotidianità. I moderni smartwatch indossati al polso sono uno strumento utile per monitorare il proprio stato di salute grazie alla possibilità di tracciare in continuo il ritmo cardiaco.

«Sentivo una strana sensazione di vuoto, con il cuore che batteva all’impazzata dopo una corsa – rivela il 33enne -. Ho attivato la funzionalità di Ecg del mio smartwatch, regalato da mia moglie proprio perché nell’ultimo periodo avvertivo un certo affaticamento dopo le partite di calcetto con gli amici. Dopo aver consegnato i risultati al mio medico sono stato indirizzato ai cardiologi che hanno riscontrato un’anomalia». Il giovane non aveva precedenti di malattie cardiache o familiarità per morte cardiaca improvvisa e non ha presentato anomalie strutturali all’ecocardiografia, alla risonanza magnetica cardiaca e nessuna lesione coronarica alla tomografia computerizzata coronarici.

«Uno studio elettrofisiologico, usando la mappatura cardiaca elettro-anatomica (Carto-3) senza l’ausilio di raggi X – spiega il dottor Saverio Iacopino, direttore del dipartimento – ha confermato la presenza dell’anomalia nel tratto di efflusso del ventricolo destro ed è stata eseguita l’ablazione a radiofrequenza ottenendo la completa soppressione dell’aritmia ventricolare e non più riproducibile. Gli smartwatch hanno già dimostrato la loro utilità nel rilevamento della fibrillazione atriale con alta sensibilità e specificità; questo caso, tra i primi al mondo per la diagnosi di una tachicardia ventricolare, sottolinea l’importanza di tali dispositivi come strumenti utili anche per la rilevazione di aritmie ventricolari. Ci consentono di giungere ad una diagnosi in tempi utili per eseguire ulteriori studi e convalidare eventualmente i risultati, individuando se le palpitazioni lamentate dai pazienti derivino da un’anomalia di natura benigna o meno».