Tamponi, le farmacie fanno gli straordinari

Prime giornate di superlavoro, c’è chi ne ha fatti 200 in un giorno. Gueltrini: "E il problema è che alcuni prenotano e poi non si presentano"

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Sono le 7.30 e la farmacia tira su la serranda. Fuori la gente aspetta, ma non perché vuole acquistare farmaci: sono tutti qui per i tamponi. È uno scenario comune da venerdì scorso, con l’obbligo di Green pass sul luogo di lavoro: e succede in tante farmacie. Qualcuno ha ampliato gli orari di apertura e qualcuno si avvale dell’aiuto di personale ulteriore come infermieri e biologi. "Sta andando bene perché abbiamo aumentato un po’ i servizi, facendo anche i tamponi il sabato pomeriggio – dice Pietro Gueltrini, presidente di Federfarma Ravenna e titolare della farmacia San Biagio –. Ora, previa comunicazione, ci è consentito aprire fuori orario e così riusciamo a fare i test anche a una parte di coloro che non hanno programmato il tampone da tempo, come i vaccinati che devono accedere in ospedale o in altri luoghi particolari. Ora comunque tutte le farmacie si stanno attrezzando per fare di più di ciò che facevano prima e qualcuno ha assunto personale, come infermieri e biologi. Le farmacie nei paesi soprattutto si stanno dando molto da fare".

C’è poi un altro problema nelle programmazioni: le disdette o mancate disdette. "I non vaccinati hanno prenotato tamponi ogni 2 giorni, ma tanti disdicono o non vengono senza avvisare perché hanno prenotato in più farmacie – aggiunge Gueltrini –. Questo ci costringe a chiamare tutti il giorno prima per assicurarci che vengano, e talvolta non vengono lo stesso. Così neghiamo il tampone ad altri perché siamo pieni, poi la gente non si presenta". È un problema che conosce anche Caterina Battilana, alla farmacia Acaba di via dei Poggi: "Venerdì, nonostante la fatica di organizzarsi per prendere le prenotazioni di tutti, si è presentata metà della gente. Ci sono rimasta male, ho fatto tanto per venire incontro a tutti. Per il resto il clima è da delirio, è un esercito ed è fatica gestire tutti. Noi facciamo tre tamponi ogni quarto d’ora, a partire dalle 10.30 del mattino. Non sempre si riesce ad accontentare tutti: domenica ne ho fatti 86 e ho finito alle 21.30, e mi dispiace perché domenica prossima non ci sarò e non offriremo il servizio. Devo dire che non mi aspettavo che i non vaccinati fossero così tanti".

La farmacia Marzari a Faenza è una delle poche che accoglie gli utenti anche senza prenotazione. Lunedì mattina la fila era lunga fuori: "Vengono soprattutto lunedì, mercoledì, venerdì pomeriggio e sabato. Ieri (lunedì, ndr) ne ho fatti oltre 200 – racconta il titolare, Maurizio Marzari –. Ci siamo trovati con una marea di gente, una cosa incalcolabile: chi non ha trovato posto altrove è venuto qui. Abbiamo iniziato alle 7.30 e siamo andati avanti per tre ore, con persone che si sono innervosite e sono arrivate tardi al lavoro: mi dispiace per loro, ma più di così non riusciamo a fare. Il posto è piccolo e due postazioni non ci stanno, e tra l’altro ho deciso che a fare i tamponi sono solo io perché ci sono stati anche casi di persone che si sono dimostrate maleducate. Ora sto studiando un orario diverso per le giornate di punta: valuto di tenere aperto anche in pausa pranzo e andare avanti fino alle 21 la sera".

Sara Servadei