
Pulizia del Lamone ieri mattina all’altezza del ponte di Mezzano dove si era creato un tappo di legname (foto Zani)
Ore 13.15 di ieri: questo l’orario in cui ha riaperto al traffico la strada statale 16 Adriatica, che era stata chiusa all’altezza del ponte di Mezzano per consentire la rimozione del materiale (sostanzialmente legname) accumulatosi a causa della piena del fiume Lamone. Il territorio si avvia, un passo dopo l’altro verso il ritorno alla normalità. Sono servite diverse ore al personale incaricato per rimuovere la quantità gigantesca di legna che si era accumulata sotto al ponte di Mezzano (di competenza Anas). E alla mente è tornata la situazione analoga che era verificata nel settembre 2024 al ponte di Boncellino, sotto al quale scorre sempre il Lamone. Sotto la lente ci sono, appunto, i fiumi. Sono state comunque revocate le ordinanze di evacuazione delle frazioni lungo l’asta del Lamone. La Regione, rispetto alla situazione di Lamone, Senio e Santerno (così come di altri corsi d’acqua), fa sapere che da ieri mattina "nessun corso d’acqua in Romagna supera più la soglia rossa, ma l’attenzione resta alta". I punti più critici (ribadiamo: ieri) erano "i passaggi del Lamone a Mezzano e a Villanova di Bagnacavallo". A Riolo Terme ieri in serata è stata riaperta via Rio Basino, dove una frana aveva isolato una trentina di persone, lavorando a spron battuto per tutta la giornata.
Spostiamoci a Faenza: "La piena del Lamone ha attraversato il nostro Comune provocando limitati allagamenti che hanno coinvolto alcune abitazioni e aziende agricole, senza esondazioni e rotture significative", scrive il sindaco Massimo Isola. "Se da una parte la realtà dei fatti ci impone di dover convivere con i mutamenti climatici e i suoi effetti potenzialmente devastanti, dall’altra l’ansia di una città costantemente sotto scacco, messa in pericolo da ogni evento meteorologico di rilievo è insostenibile. Credo di poterlo dire: siamo esausti, io con voi. Mercoledì avremo un importante incontro con il Commissario alla ricostruzione Curcio. Ripeteremo a gran voce che i tanti interventi di messa in sicurezza del territorio che ancora mancano non possono più attendere! E che per chi ha visto l’acqua raggiungere le proprie abitazioni per la quarta volta, occorrono soluzioni ad hoc, anche drastiche". Ieri è intervenuto anche il vescovo della diocesi di Faenza Mario Toso: "I lavori di manutenzione portati a termine hanno mostrato la loro utilità preservando le comunità da danni che, rispetto alle precedenti alluvioni, sarebbero stati maggiori" e ha aggiunto di aver "sollecitato la Caritas a moltiplicare gli sforzi per venire incontro alle esigenze di persone e famiglie".
A Brisighella a fare il punto sono l’assessore Dario Laghi e il vicesindaco Marta Farolfi. "Qualche zona è stata senz’acqua per alcune ore – spiega Laghi –, ora l’acqua è tornata, esce torbida dal rubinetto, ma i tecnici di Hera hanno detto che è potabile. Grazie a tre autocisterne, posizionate in paese, a Fognano e San Cassiano, il disagio è stato contenuto". Capitolo frane: "Quella che aveva interrotto via Monticino, di competenza provincial – dice Farolfi – è stata sistemata e la strada riaperta. Resta una seconda frana in via Valnera, strada di competenza comunale. Qui bisognerà fare un by pass per consentire il passaggio dei veicoli, ora consentito grazie a un restringimento". Le persone evacuate erano 59. Solo due sono andate all’istituto ’Emiliani’, le altre da amici e familiari. Tutte stanno rientrando a casa in queste ore. "L’acqua ha raggiunto i 60-80 centimetri – precisa Laghi –. La piena è stata da record: abbiamo contenuto i danni grazie a un muro fatto in questi mesi e all’innalzamento dell’argine, che purtroppo non siamo riusciti a completare". A Brisighella ha effettuato un sopralluogo la sottosegretaria alla presidenza con delega alla Protezione civile, Manuela Rontini. Per riqualificare il campo sportivo, allagato, finanziati due progetti per 850mila euro. Colpita anche l’area termale.
Qui Bagnacavallo: sono state revocate le ordinanze di evacuazione, chiusura strade e divieto di circolazione. Il passaggio della piena del Lamone non ha causato danni. Le persone evacuate sono potute rientrare nelle loro case e non sussiste più alcun obbligo di recarsi ai piani alti.
Luca Bertaccini