Tar restituisce permesso di soggiorno "36 metri quadrati ok per famiglia"

Secondo il Tribunale questo appartamento è sufficiente per due adulti e due bimbi. È stato così accolto il ricorso di due coniugi, entrambi operai, di origine albanese

Migration

Un appartamento di 36 metri quadri è sufficiente per due adulti e due bambini. Il requisito alloggio in chiave permesso di soggiorno è insomma rispettato così come si può dedurre anche dalla specifica legge regionale: mentre la circolare ministeriale in materia del 2014 è da ritenersi “come se non esistesse”. E’ quanto ha deciso il Tar di Bologna accogliendo il ricorso di due coniugi di origine albanese - entrambi operai e con due bambini - che da oltre dieci anni vivono a Ravenna. I due, attraverso l’avvocato Andrea Maestri, si erano rivolti ai giudici amministrativi chiedendo l’annullamento del decreto attraverso il quale nel novembre scorso la questura aveva rigettato la loro domanda per il rilascio del permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo. Il motivo? Mancava un alloggio ritenuto idoneo: nella richiesta di permesso erano cioè stati indicati 36 metri quadri per quattro persone, due adulti e due minori. Secondo il ricorso tuttavia, anche sulla base dell’attestazione della polizia locale, l’alloggio era da considerarsi idoneo dato che i minori non andavano conteggiati. Per il resto, la specifica norma della legge regionale prevede per gli alloggi di edilizia residenziale pubblica requisiti di idoneità igienico-sanitaria accertati dall’Ausl. Da parte sua la questura, costituendosi in giudizio attraverso l’avvocatura dello Stato, in particolare si era richiamata alla circolare del ministero dell’Interno datata 9 ottobre 2014 nella quale – come sintetizzato nella sentenza appena depositata – si precisa che in caso di richiesta del permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo, non è possibile escludere i minori dal conteggio del nucleo familiare. Di conseguenza l’alloggio deve avere altri requisiti di spazio. Secondo la corte bolognese, presieduta dal giudice Andrea Migliozzi, il ricorso “è fondato e va accolto”. Sul punto, è stata citata la specifica norma del 1998 nella quale si fa riferimento ai parametri minimi previsti dalla legge regionale. “Una norma assolutamente chiara – si legge nella sentenza – nel rinviare unicamente alla legislazione regionale per gli alloggi di edilizia residenziale pubblica” l’individuazione dei “parametri minimi all’idoneità dell’alloggio”.

Nel nostro caso dunque si conferma “l’idoneità per due adulti di un alloggio di 36 metri quadri” dato che i minori non vanno conteggiati. In quanto alla circolare ministeriale, può “essere disapplicata anche d’ufficio dal giudice amministrativo” se contrastante con “fonti normative di rango primario”. In considerazione della particolarità del caso, le spese di lite sono state compensate tra le parti. In ogni modo, “si tratta di una vittoria per le famiglie più povere – ha detto l’avvocato Maestri - costrette a vivere in alloggi piccoli loro malgrado e che così rischiano persino di perdere il permesso di soggiorno”.

a.col.