Tassa di soggiorno: due albergatori a processo

Migration

Il loro non è certo il primo procedimento per peculato legato alla tassa di soggiorno che approda in tribunale. Ma è la prima volta che un fascicolo di questo tipo finisce a dibattimento. In precedenza la questione era sempre stata definita per rito abbreviato davanti a un gup. Era accaduto anche per i due imputati in questione i quali avevano peraltro incassato un’assoluzione. Per altra contestazione, Nicolò ed Edgardo Scialfa, difesi dall’avvocato Fabrizio Briganti, sono qui imputati in qualità di amministratori della Tropicana 2003 sns a sua volta legata alla gestione di due hotel: X-Hotel e Bikini. Nel processo partito ieri mattina davanti al pm Antonio Vincenzo Bartolozzi e al collegio penale (giudici Calandra, Guidomei e Chibelli), sono accusati di avere omesso di versare a Ravenna Entrate spa - agente di riscossione per il Comune - parte dell’imposta di soggiorno entro il 15esimo giorno della fine di ciascun trimestre solare.

Secondo quanto riferito in aula dall’ispettore Giovanni Roberto Palmeri della polizia locale, i controlli avevano portato ad accertare un mancato pagamento di 146 euro nel terzo trimestre del 2015. Per il 2016 - ha proseguito il teste - nel terzo trimestre mancavano all’appello 2.468 euro per X-Hotel e 22.700 euro per il Bikini. Paolo Fenati, dirigente di Ravenna Entrate e in quanto tale autore delle denunce in tema tassa di soggiorno, ha chiarito che i soldi erano stati tutti versati: per le quote più alte - cioè quelle del 2016 - c’era stato un "adempimento spontaneo nel 2018 prima delle diffide"; mentre per i 146 euro, era avvenuto dopo. L’udienza è stata aggiornata a inizio febbraio quando probabilmente ci sarà sentenza.

Per quanto riguarda questo tipo di situazione - che ha coinvolto decine di albergatori ravennati -, finora dalle udienze davanti al gup è emerso che il reato è contestabile ma non per tutti. Al netto del decreto rilancio, il peculato da tassa di soggiorno è contestabile per quanto accaduto almeno fino al 18 maggio 2020, come chiarito dalla Cassazione. Non per tutti perché il dolo è stato escluso per quegli albergatori che, sebbene in ritardo e in taluni casi pure dietro sollecito, avevano comunque versato quanto dovuto.