Tennis club, l’ombra dello stadio sul direttivo

L’avvocato Andrea Ciani subentra a Giancarlo Sabbatani come presidente. A preoccupare i soci sarebbe stata l’ipotesi di gestire il ‘Neri’

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Cambio alla guida del Tennis club ‘Teo Gaudenzi’ di Faenza, che nella serata di lunedì ha eletto come nuovo presidente l’avvocato 45enne Andrea Ciani, che subentra a Giancarlo Sabbatani, eletto appena a maggio dell’anno scorso. Ciani, in carica per il quadriennio 2022-2025, sarà affiancato da un consiglio direttivo ringiovanito, composto da Roberta Bandini, Cristian Bentivoglio, Isolina Budelazzi, Gian Marco Cova, Francesco Dal Borgo, Graziana Mancinella, Marcello Sportelli e Alberto Valtieri. Come mai un avvicendamento ai vertici del Tennis club ad appena undici mesi dall’elezione di Sabbatani quale presidente? Nei confronti dell’ormai ex numero uno il nuovo direttivo sembra spendere parole di approvazione, evidenziando come il bilancio 2021 sia stato approvato all’unanimità e facendo proprie le considerazioni di Sabbatani circa la "stabilità finanziaria" del circolo. "Partiamo dalla constatazione che da diversi anni il Tennis club Faenza sia gestito in modo eccellente – ha esordito il neopresidente Andrea Ciani –. Cercheremo di lavorare in continuità rispetto al recente passato, migliorando ove possibile. Pensiamo, per esempio, alla possibilità di produrre dei nuovi servizi per i nostri soci".

Da dove arriva la volontà di cambiare guida dopo meno di un anno, e dove va? Ad aver destato preoccupazione fra i soci del Tennis club, nelle ultime settimane, sarebbe stata la voce circa un imminente proposta che il Comune avrebbe avuto in serbo per il circolo: Palazzo Manfredi sarebbe infatti stato deciso a offrire al Tennis club di farsi carico della gestione del vicino stadio ‘Bruno Neri’. Un’ipotesi che ha seminato il terrore fra i soci: ecco spiegata la maggioranza "bulgara" che ha espresso il nuovo direttivo – 112 voti su 123 – che ha il sapore di una valanga scagliata contro l’ipotesi ‘Bruno Neri’. L’obiettivo appare chiaro: fare muro, alzare una barricata dinanzi alla quale Palazzo Manfredi riponga prudentemente la sua proposta nella faretra. Che l’opzione si allontani in maniera decisa pare ovvio: per il Tennis club sobbarcarsi la gestione dello stadio avrebbe avuto ben poco a che vedere con la voglia di "continuità rispetto al recente passato" manifestata dal nuovo direttivo, e per i soci non avrebbe certamente prodotto "nuovi servizi", ma semmai, sul lungo periodo, avrebbe rischiato di ottenere l’effetto contrario. La gestione del ‘Bruno Neri’ è infatti un argomento complicato: in primis per i costi, ma anche per il precario equilibrio fra i suoi due utenti principali – il Faenza calcio e il mondo dei rioni, entrati in collisione l’anno scorso quando dinanzi all’ipotesi di un Palio spostato in avanti nel calendario si paventò addirittura l’impossibilità per il Faenza di prendere parte al campionato. Code di screzi che vedevano coinvolti due mondi cui la politica è sensibilissima – quello dello sport e quello dei rionali – che hanno messo non poco in allarme la giunta. Accantonata almeno per qualche anno l’ipotesi di un eventuale "paliodromo", la convivenza tra calcio e Niballo è peraltro destinata a durare ancora a lungo. Complicazioni in serie di cui Palazzo Manfredi sarebbe stato ben lieto di alleggerirsi, lasciando la gestione a un ente terzo. Peccato che il Tennis club, stando a quanto emerge, avrebbe chiuso la porta in faccia a quest’opzione.

Filippo Donati