
Brindisi nella cantina di Terre Cevico ad Alfonsine
La cantina di Terre Cevico, ad Alfonsine, ha ospitato venerdì scorso l’evento, realizzato insieme ai pescatori della cooperativa di Cesenatico, rivolto ai propri soci viticoltori. L’occasione è stata la presentazione di un nuovo modo di pensare il trebbiano, la varietà in assoluto più diffusa in Emilia-Romagna con 16.000 ettari coltivati pari al 30% della superficie regionale. Un trebbiano 2.0 aperto all’evoluzione dei consumi, confermando la sua centralità e versatilità di vitigno moderno e "sociale" nello spirito della Romagna.
Gruppo cooperativo di primo grado, Terre Cevico nell’ultimo esercizio 2023-2024 ha registrato 923 soci viticoltori, 31 cantine socie, 3.605 ettari di vigneto coltivati in Romagna. Ha raggiunto un fatturato consolidato di 206 milioni di euro con un utile netto di 1,6 milioni, plusvalore per soci a 8,2 milioni di e patrimonio netto a 79,3 milioni. Terre Cevico vende in 90 Paesi del mondo, con un export che raggiunge i 71 milioni e vede nel Giappone il primo paese destinatario con merci vendute per circa 11 milioni, vale a dire il 10% del vino italiano venduto in quella nazione.
Il mercato Italia cresce in valore nel canale della Grande distribuzione con 54,7 milioni di euro (+3,4%) mentre il canale Horeca vale 19 milioni di euro (+7,8%). Terre Cevico è un produttore leader nel settore delle bollicine con oltre 12 milioni di bottiglie prodotte nell’ultimo anno e la crescita comincia a vedersi anche nel settore ‘mixology’ (Spritz, Bellini, Negroni, Hugo) dove il Trebbiano rappresenta la base per 16 referenze oramai a rotazione stabile per un equivalente di 1,6 milioni di bottiglie da 0,75 cl.
In questo segmento anche le versioni analcoliche o con poco alcol, i cosiddetti ‘NO.LO’, cominciano a presentare numeri interessanti soprattutto nel mercato rappresentato da consumatori della generazione Z. Il mercato NO.LO vale già oggi 2,6 miliardi di dollari, con una crescita annua del 10% e si stima a 7 miliardi nel 2035.
Il presidente di Terre Cevico, Franco Donati, ha sottolineato che il trebbiano è "un vitigno storico che può esprimere tutta l’energia della Romagna per incontrare le nuove generazioni e gli stili di consumo emergenti, soprattutto declinati negli aperitivi con bollicine. Noi produttori dobbiamo fare continuamente ricerca ed innovazione e dobbiamo immaginare le bevande del mondo ‘mixology’ a base vino come una nuova categoria, trendy, intrigante e appagante, che assieme al mondo delle bollicine, romagnole nel nostro caso, ci permette di continuare il dialogo con le diverse generazioni di consumatori, sia in Italia che nel mondo".
Giorgio Costa