Totò e Mulas, due geni uniti nel mosaico

Il nuovo progetto di Dis-Ordine: un ritratto del principe della risata tratto da un’immagine del grande fotografo del Novecento

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Si aggiunge un nuovo tassello nell’opera di valorizzazione dell’indimenticabile Totò da parte dell’associazione Dis-Ordine di Ravenna. Da ieri, infatti, è partito il progetto per la realizzazione di un mosaico che – per la prima volta – riprodurrà una fotografia di un altro ‘big’, Ugo Mulas: un ritratto del ‘principe della risata’, filosofo e poeta, del 1957. La data di inizio dei lavori non è stata scelta a caso visto che, ieri, ricorrevano i 123 anni della nascita di Totò, avvenuta il 15 febbraio 1898.

Il gruppo di lavoro, coordinato da Giuliano Babini ed Elena Pagani, ce la metterà tutta per terminare il mosaico di 50 per 74 centimetri, entro il 2 marzo, data in cui si è spento Mulas nel 1973. Ma sarà impresa quasi improba rispettarla. "Ciò che più conta è l’obiettivo che ci siamo dati – racconta Marcello Landi, presidente di Dis-Ordine –. Tutto è nato grazie all’amica avvocato Silvia Stabile, che ci ha messo in contatto con Carmela e Valentina Mulas, che dirigono a Milano la fondazione intestata al padre. Sono state le figlie del grande fotografo a segnalarci di aver trovato delle foto realizzate dal padre a Ravenna negli anni Sessanta, per il libro ‘Ravenna una capitale’. Mulas ha dato il via a un nuovo modello culturale che ha aperto nuove frontiere all’arte, perché è stato i primo a documentare non solo le opere ma anche gli artisti al lavoro e, quindi, i luoghi dell’arte. Uno su tutti, Andy Warhol". Restano memorabili foto come quella in cui Alexander Calder salta giocosamente attorno ai suoi ‘Mobiles’, Duchamp fuma pensieroso nel suo appartamento, Fontana taglia la tela e poi indietreggia di fronte all’opera compiuta, solo per citarne alcune. "Alla fine abbiamo scelto di riprodurre in mosaico una sua celebre foto di Totò – aggiunge Landi –, a poche settimane dall’uscita del libro ‘San Totò’ di Paolo Isotta, scomparso proprio in questi giorni, che santifica l’artista, cosa che era mancata quando era in vita. Da oltre dieci anni, come associazione, rendiamo omaggio a Totò, legato a Ravenna per discendenza, in quanto ultimo principe di Bisanzio ed Esarca. Nel 2009, quando al cimitero di Napoli fu rubato lo stemma della famiglia De Curtis, contattammo la figlia Liliana per proporne una sostituiva in mosaico. Poi però fu ritrovato. Ma noi sogniamo ancora di poterlo consegnare quando finalmente sarà aperto il museo in suo onore. A Totò animalista abbiamo dedicato la targa ‘Ospizio dei trovatelli’ all’ingresso del canile di Ravenna. Senza dimenticare infine l’opera street art ‘Totò in bicicletta’, realizzata in via IV Novembre, che poi è stata fotografata ed è diventata la copertina del libro ‘Totò metà-fisico’ di Antonello Buffardi".

E ora, mescolando sapientemente più generazioni, alcune giovani ‘fresche’ di accademia, guidate da maestri d’esperienza, stanno preparando questa nuova opera, in bianco e nero, con l’utilizzo di materiali naturali come il marmo per fare vedere le virtù della famosa scuola locale. "Vorremmo fosse il testimone – spiega Landi – di un percorso in grado di restituire a Ravenna la nomea di ‘capitale del mosaico’, elemento caratteristico della propria identità, che si è un po’ perduta a causa della globalizzazione. Per presentarla al pubblico, l’occasione potrebbe essere una nuova Biennale del mosaico e anche una bella mostra dedicata alle foto ravennati di Mulas che la fondazione è d’accordo a concederci".

Roberta Bezzi