Ravenna, a spasso per il quartiere Farini

Turisti e cittadini guidati da Silvia Togni hanno scoperto che la zona è anche bellezza, storia e curiosità e non solo degrado e delinquenza

Il gruppo davanti alla basilica di Sant'Apollinare Nuovo

Il gruppo davanti alla basilica di Sant'Apollinare Nuovo

Ravenna, 24 settembre 2017 - La zona che ruota attorno alla stazione e ai giardini Speyer non è solo degrado e delinquenza, ma anche bellezza, storia e suggestione. Per questo, il servizio Turismo del Comune di Ravenna ha deciso di dedicare, - ieri pomeriggio – una passeggiata gratuita al ‘Quartiere Farini’, per far capire l’importanza della zona che, con le sue chiese e monumenti, copre un periodo che va dal V al XX secolo.

Oltre trenta le persone partecipanti, fra cui quattro turisti di Varese. "Questa è la prima volta a Ravenna – racconta la varesina Rita Montagna -. Tra le tante iniziative, abbiamo scelto questa perché ci sembrava interessante scoprire la città sotto una guida esperta". "Non conoscevamo la ‘fama’ di questo quartiere – aggiunge la sorella Dalida Montagna -, ma ormai un po’ in tutte le città, le zone che ruotano attorno alla stazione ferroviaria è un po’ malfamata, proprio per il via e vai continuo di persone di ogni tipo".

Tanti i ravennati di ogni età, tra pensionati, coppie e famiglie, che hanno deciso di guardare Ravenna da un punto di vista diverso. "A volte non sappiamo neppure ciò che ci circonda – racconta Cristina Gallinucci -. Passiamo vicino a dei posti ogni giorno, senza incuriosirci più di tanto. Il Quartiere Farini è certamente caratterizzato da una comunità multietnica: di per sé la cosa non ha un connotato negativo, peccato però che i ravennati si siano defilati. Confesso che la sera, soprattutto dopo tutto quello che si legge di continuo sui giornali, non vorrei mai passare di lì, ci vorrebbe una scorta". Un parere unanime, quest’ultimo.

"Abito in un altro quartiere – aggiunge Pierpaolo Francoia – e, certe situazioni, le conosco più per sentito dire che per averle vissute. Credo che ricominciare da iniziative culturali come questa, sia un buon punto di inizio!". Il tour è stato condotto dalla guida turistica Silvia Togni che ha saputo incuriosite e affascinare il gruppo. Si è partiti dalla basilica di San Giovanni Evangelista, la ‘chiesa del Popolo’, ma refugiium peccatorum. "Questa è la forse la chiesa più visitata – afferma – dai tanti che fanno un giretto in attesa di prendere il treno o dagli studenti prima di esami o compiti in classe. Il portale è una delle poche tracce gotiche della città mentre il campanile uno dei più storti, emblema dei due maggiori problemi di Ravenna: l’abbassamento del suolo e l’innalzamento delle acque di falda".

Proseguendo per via di Roma, la ‘via che conduceva alla Capitale’ e pertanto quella con il maggior numero di chiese, è stato svelato il segreto dell’albero dietro il liceo classico, un Gimkgo Biloba, sempre più diffuso nelle città di tutto il mondo per la sua robustezza perché ha superato la glaciazione e persino la bomba atomica. Tappe d’obbligo sono poi state la basilica di Sant’Apollinare Nuovo, il palazzo cosiddetto di Teodorico, il teatro Rasi, la basilica di Santa Maria in Porto e il Mar – Museo d’Arte della Città.