ANDREA COLOMBARI
Cronaca

La tragedia di Pinarella, l’investitore venerdì dal pm. Il marito della vittima: non voglio le sue scuse

La procura intende capire da quanto tempo esattamente il 54enne lavorasse con patente revocata. I familiari di Elisa Spadavecchia hanno fatto capire di non gradire la lettera che l’uomo vorrebbe loro inviare

La ruspa con con cui è stata investita e uccisa Elisa Spadavecchia (Corelli)

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Ravenna, 29 maggio 2025 – Da quanto tempo il 54enne Lerry Gnoli lavorava in spiaggia con la ruspa sebbene avesse la patente revocata? Settimane? Mesi? O addirittura anni? È una domanda che in tanti si stanno ponendo alla luce della incredibile morte sul colpo di Elisa Spadavecchia, la 66enne turista vicentina schiacciata sabato mattina sulla battigia di Pinarella di Cervia.

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Dubbi ai quali la procura intende dare risposta ascoltando tutti i soggetti coinvolti a vario titolo lungo la filiera dell’appalto. A partire dallo stesso indagato, convocato per domani mattina in procura per essere interrogato alla presenza del suo avvocato, il forlivese Vittorio Manes. È intanto emerso che il marito della defunta, attraverso il suo legale, la cesenate Carlotta Mattei, ha fatto sapere che al momento non intende in buona sostanza accettare alcuna scusa da parte di Gnoli. Per ora dunque non partirà la lettera che il 54enne avrebbe voluto inviare ai familiari della defunta.

Quanto alle indagini, proseguono con l’audizione di testimoni tra la Cooperativa Bagnini, alcuni titolari dei singoli stabilimenti, funzionari comunali, altri operatori economici locali e impiegati di Consar, il consorzio ravennate. Ieri è toccato ai primi testimoni di quest’ultimo soggetto: persone informate sui fatti che non necessariamente hanno avuto contatti in maniera diretta con Gnoli. Ma che hanno comunque avuto modo di avere a che fare con la ditta individuale del 54enne, una delle consorziate di Consar appunto. Perché l’appalto per livellare la spiaggia e prepararla alla stagione balneare, la cooperativa bagnini lo affida a Consar la quale a sua volta per quel tratto di litorale si avvale di tre squadre: e Gnoli è una di quelle.

Sul punto sui tavoli del pm Lucrezia Ciriello, titolare del fascicolo aperto per omicidio colposo, stanno affluendo atti e verbali di sommarie informazioni raccolti da carabinieri e capitaneria. Lo spartiacque già lo conoscete: se Gnoli, come deducibile da quanto sostenuto dai soggetti legati all’appalto, ha fatto tutto di sua testa visto che le operazioni di preparazione della spiaggia si erano esaurite il 9 maggio scorso. O se, come ha precisato il 54enne, lui era pienamente autorizzato a lavorare in spiaggia dalle 7 alle 19, week-end inclusi, fino a fine mese in ragione anche della mareggiata del 16 aprile scorso. Una delega che, se espressa in modo palese, farebbe necessariamente allargare il raggio dell’area dalla quale pescare la eventuale responsabilità penale per la morte della 66enne.

Appare invece ormai chiara la questione legata alla guida della ruspa con patente revocata: non possibile, secondo vari esperti di settore, visto che comunque il demanio marittimo è un’area pubblica. La revoca del documento di guida era scattata in seguito a una condanna per un omicidio stradale datato 2022 e aggravato dall’uso di cocaina: uguale a sentenza definitiva a due anni e mezzo di reclusione con istanza al tribunale della Sorveglianza di Bologna per l’affidamento in prova ai servizi sociali (si è qui in attesa che i giudici felsinei si esprimano). In passato Gnoli aveva avuto altre grane penali: come quando nel 2019 nel Forlivese nel corso di un controllo della polizia, era stato arrestato per resistenza: aveva usufruito di una messa alla prova (lavori di pubblica utilità al canile cervese) estinguendo così il reato. In quanto alla 66enne, domani nella chiesa vicentina di San Marco a Creazzo si terranno i funerali. Ci sarà anche una delegazione da Cervia.

Andrea Colombari