
Si sta procedendo al prosciugamento di due bacini per ripristinare l’equilibrio trofico dell’ecosistema, in pericolo per mancanza di ossigeno.
Due uomini sono immersi fino alla vita, in mano tengono un retino e lo abbassano sotto il livello dell’acqua. Lo riempiono di carpe, poi uno dei due grida "Via" e il retino pieno di pesci si alza. Grazie al braccio meccanico di un muletto, viene trasportato sopra un camion con la scritta ’Trasporto pesce vivo’, dove viene svuotato. Intorno a loro, in un ambiente che tutto sembra tranne che artificiale, i fenicotteri e l’avifauna della piallassa Baiona.
È in corso, nell’ambito delle operazioni di prosciugamento dei chiari del Comune e di Mezzo - due bacini di acqua dolce creati alla fine degli anni ’80 per proteggere la pineta dal cuneo salino – il ricollocamento dell’ittiofauna in esubero.
"Gli esemplari vengono liberati nel Canale Destra Reno. È un’operazione delicata e importante, affidata a un’azienda specializzata, che dimostra l’attenzione del Comune per la fauna e per l’equilibrio ambientale della pialassa", spiega l’assessora al Parco del Delta del Po Barbara Monti.
"Due reti di circa 40 metri, vengono disposte nel chiaro verso sera, quando le temperature dell’acqua sono massime. Noi, nel frattempo, creiamo uno zampillo artificiale di acqua dolce e più fresca, che simuli una corrente. Questo fa sì che i pesci, credendo di risalirla, rimangano circoscritti nella zona di prelievo. Il mattino seguente, comincia il recupero. L’obiettivo è arrivare a trasferire 70-80 quintali di pesce. Per oltre il 90% si tratta di carpe, ma ad oggi abbiamo trovato anche sette siluri, un paio di carassi e un solo cefalo. Siluri e carassi, specie aliene, non possono essere reimmessi in natura", spiegano il tecnico ambientale Fabrizio Borghesi e la responsabile Vittoria Mencarini, entrambi dell’Unità Operativa Zone naturali e Verde Pubblico del Comune.
Il prosciugamento è volto a ripristinare l’equilibrio trofico dell’ecosistema, dopo che nel corso degli anni si sono accumulati nutrienti sui fondali che hanno limitato altre forme di vita eccetto la fauna ittica e consumato l’ossigeno. Queste circostanze possono determinare fenomeni rischiosi per l’ecosistema, tra cui la comparsa di botulino. Per prevenzione, è iniziato il prosciugamento dei due bacini nel mese di luglio, e poi ci sarà l’esposizione all’aria dei fondali (ossidazione) in agosto.
L’ittiofauna in esubero è presente unicamente nel chiaro del Comune, che ha una superficie di circa 80 ettari, dove resteranno le condizioni idonee alla sopravvivenza dei pesci rimanenti direttamente nelle fosse. "All’interno dei chiari cerchiamo di riprodurre un ambiente in equilibrio, simulando le dinamiche naturali: variamo i livelli stagionalmente, aumentandoli quando l’acqua è migliore e abbassandoli in estate. Già 10 anni fa, il Comune li dovette prosciugare a causa di una analoga distrofia e oggi, per lo stesso motivo, lo rifacciamo. Con l’aumento delle temperature, la siccità, e la scarsa qualità dell’acqua in arrivo dal fiume, potremmo dover prosciugare ben prima di altri 10 anni. Il nostro compito sarà mantenere gli effetti positivi di questa complessa operazione", conclude Borghesi.