"Tre spruzzi di spray urticante, poi il caos"

In tribunale parlano i quattro giovani imputati della maxi rissa a Milano Marittima del maggio 2021. La scintilla, la precedenza per il bagno

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Un bisticcio banale – la precedenza per andare al bagno – scatenò il finimondo. Forse la principale tra le risse di cui Milano Marittima è stata teatro nel corso dell’estate 2021. A ricostruirne la genesi, ieri mattina davanti al giudice Natalia Finzi, sono stati i quattro giovani imputati, tre amici di Cesena tra cui un 23enne e due fratelli di 20 e 22 anni, contrapposti a un 24enne di Forlì. Ma al tafferuglio, scoppiato all’interno del Drink Store, poi proseguito lungo le vie del centro, il salotto buono della località, partecipò almeno un’altra decina di ragazzi, non identificati e rimasti ignoti. Non solo quella sera del 22 maggio: anche le versioni dei due gruppi continuano a fare a pugni. La più incerta è apparsa quella dei tre cesenati. A scatenare il panico fu soprattutto il fatto che uno di loro, il 20enne, per ben tre volte spruzzò spray al peperoncino. Tutto era partito davanti al bagno del locale rialzato Drink Store, poco prima delle 21. Qui il 23enne di Cesena è accusato di aver colpito con un pugno il 24enne forlivese: lui stesso lo aveva ammesso inizialmente, quando fu sentito dai carabinieri, eppure ieri ha cambiato versione, dicendo che il forlivese "voleva entrare in bagno a tutti i costi, nonostante gli avessi detto che era già occupato dalla mia fidanzata. Così discutemmo e lui mi diede un pugno".

Ritrovatosi in seguito, a proprio dire, circondato, intervenne a sua difesa uno dei fratelli suoi amici, il più giovane, il quale aveva con sé anche lo spray al peperoncino che solitamente teneva nella borsetta la fidanzata "per difendersi in zona stazione". I due fratelli sostengono di aver dato man forte all’amico, sapendo che lo stesso era stato operato da poco alla spalla e proprio quella mattina gli avevano tolto i punti. Ci furono strattoni, mani addosso. Ma difformi sono le versioni anche sull’utilizzo della bomboletta con liquido urticante. A detta di chi la utilizzò, ciò fu fatto solo all’esterno del locale, mentre il forlivese – in linea con quanto sostiene la Procura – ha riferito di avere ricevuto il primo spruzzo in faccia dentro al locale, dopo la lite davanti al bagno ("pensavo ci fosse quello degli uomini e delle donne, per questo volevo entrare"), poi un secondo una volta sceso dalle scale: "Non vedevo più nulla, mentre mi allontanavo sbattevo contro le macchine – ha detto il 24enne forlivese –, così chiesi a un ragazzo che passava di lì di accompagnarmi davanti alla Pousada dove avevo lasciato i miei amici".

A quel punto vi fu una ulteriore coda, con gli amici del forlivese che, una volta in strada, presero a dare la caccia ai rivali che nel frattempo lì davanti si erano radunati. Uno dei fratelli cesenati, dopo che per la terza volta aveva utilizzato lo spray al peperoncino, sarebbe stato pestato da un paio di ragazzi, rimasti ignoti. Di quattro indagati, tre si fecero refertare al pronto soccorso. Il Comune, ritenendo di aver subito un danno di immagine, si è costituito parte civile con la tutela degli avvocati Chiara Rinaldi e Antonio Petroncini. Per l’amministrazione cervese ieri è stata sentita Silvia Medini, responsabile dell’ufficio legale, secondo cui quella rissa più delle altre fu oggetto di articoli di giornale e le cui immagini girarono sui social. Da qui la decisione di entrare nel processo, al momento non possibile per altri episodi in quanto "sono ancora in fase di indagine".

Lorenzo Priviato