Troppi pochi bagnini di salvataggio: "Ne mancano 25 per la stagione"

L’allarme della Coop Spiagge, che li sta cercando con annunci ovunque: "Si trovano sempre meno giovani"

A Ravenna mancano i bagnini di salvataggio

A Ravenna mancano i bagnini di salvataggio

Ravenna, 25 marzo 2023 – Mancano receptionist, camerieri, baristi. E ora pure i bagnini di salvataggio. L’unica categoria tra gli stagionali che negli ultimi anni sembrava resistere, con un buon numero di giovani ogni anno, ha ceduto. Ne mancano 25 all’appello per coprire il fabbisogno della costa ravennate, da Casal Borsetti a Lido di Savio, e la Coop Spiagge, che gestisce il servizio, ha messo annunci per trovarli ovunque. "Non riusciamo a trovare il personale per completare l’organico – dice Maurizio Rustignoli, presidente della Coop Spiagge –. Lungo tutta la costa ravennate sono dislocate circa 90 torrette di salvataggio, considerati i giorni di riposo e i ’jolly’ per gli imprevisti, occorrono tra le 110 e le 115 persone per coprire il territorio. Pur garantendo, ovviamente, tutte le tutele dei lavoratori e i contratti nazionali di lavoro, ci ritroviamo a non avere persone a sufficienza. Il problema che come imprenditori abbiamo nella gestione degli stabilimenti balneari ora si ripercuote anche su questa tipologia professionale, che in passato era sempre stata molto ambita".

Approfondisci:

Lavoro stagionale, cercasi bagnino disperatamente

Il bagnino di salvataggio non è una professione che può fare chiunque: occorre un brevetto. "Collaboriamo con tutti i soggetti che li rilasciano – prosegue Rustignoli – e siamo pronti ad assumere i marinai che saranno idonei di qui a giugno. Con le società che organizzano i corsi cerchiamo da sempre di coltivare buoni rapporti e mettiamo a disposizione d’inverno una piscina sul territorio per la formazione dei giovani. Abbiamo cercato la collaborazione di altre cooperative del settore, abbiamo fatto una serie di annunci sul web e sui giornali. Insomma, investiamo, eppure le difficoltà ci sono".

L’impressione è che negli ultimi anni molte cose siano cambiate e stiano cambiando, anche in questo settore che sembrava resistere: "C’è uno zoccolo importante di persone che fa questo lavoro da anni e continua – aggiunge Rustignoli – ma ci avviciniamo anche a scuole e università per attirare i ragazzi, molti dei quali danno la disponibilità per parte del periodo, ma non per tutta l’estate: in questo modo occorre assumere persone in più per coprire il fabbisogno. Il servizio di salvataggio, infatti, è attivo dall’ultimo weekend di maggio fino al secondo di settembre". Sembra che siano i giovani a mancare maggiormente, ma la questione è complessa e ci sono molti fattori di cui tenere conto: "Evidentemente, per tanti motivi, per i ragazzi c’è meno necessità di avvicinarsi a un lavoro stagionale – dice Rustignoli –. Non penso che sia una questione economica: applichiamo il contratto nazionale, vengono pagati così come indicato. C’è però sicuramente un fenomeno sociale di cambiamento delle esigenze, da una parte, e dall’altra c’è l’influenza dei cambiamenti introdotti negli ultimi anni per quanto riguarda la Naspi". L’indennità mensile di disoccupazione infatti "è stata ridotta notevolmente – spiega Rustignoli – con una minore possibilità di integrare il reddito nei mesi invernali, cosa molto importante per chi lavora come stagionale. C’è infine un altro tema: occorre intercettare nuovi flussi di forza lavoro tramite l’immigrazione, gestendo il fenomeno e formando le persone che arrivano, integrandole anche dal punto di vista sociale. Altrimenti nei prossimi 5 anni la situazione non potrà che peggiorare".