Truffa e riciclaggio, 45enne dal carcere ai domiciliari

Ha ottenuto i domiciliari l’imprenditore 45enne Antonio Salvatore Mauro di Ravenna finito in custodia cautelare in carcere l’8 marzo scorso sulla base dei risultati dell’inchiesta di Finanza e carabinieri di Forlì partita da una concessionaria di mezzi pesanti, la forlivese Viocar spa. Per l’indagato, difeso dagli avvocati Silvia Brandolini e Rocco Guarino, dopo l’interrogatorio di garanzia, il gip forlivese aveva dichiarato la propria incompetenza territoriale trasmettendo gli atti a Ravenna: qui un nuovo gip, Andrea Galanti, ha quindi emesso nuova ordinanza valutando che le esigenze cautelari possano essere mantenute con i domiciliari (la procura aveva chiesto il carcere). Anche il principale indagato e pure lui finito in carcere, il 64enne Luciano Vitali di Forlimpopoli, ha ottenuto i domiciliari: in questo caso per via di una questione tecnica legata al reato contestato. Il gip di Forlì d’ufficio, rettificando ordinanza originaria, ha infatti per lui inquadrato un auto-riciclaggio da truffe e non da appropriazione indebita – come invece contestato al Mauro –, reato che prevede pene più miti: e dunque niente carcere ma i soli domiciliari per una contestata calunnia.

L’indagine era scaturita da una denuncia dell’ottobre 2019 proposta dal Vitali, amministratore unico della Viocar, contro il responsabile amministrativo-contabile della società, che come tale disponeva dei codici di home banking, per l’appropriazione di oltre tre milioni di euro. Ma già in sede di Riesame la vicenda aveva preso tutt’altra strada finendo con il coinvolgere, tra le altre, la ravennate ‘Adriatica Trasporti’, ditta individuale del Mauro. Sulla base di intercettazioni, testimonianze, documentazione sottoposta a sequestro e atti bancari, gli inquirenti alla fine sono arrivati a contestare un sistema fraudolento: secondo l’accusa il titolare della Viocar presentava fatture per vendite di camion mai compiute incassando dalla quindicina di istituti di credito coinvolti congrui anticipi a fronte di fatture fittizie per un valore di milioni di euro.