Turismo che cambia, gli hotel diventano b&b

Diverse strutture si sono convertite negli ultimi anni: "I clienti lo preferiscono e nei piccoli alberghi la cucina ha costi difficili da sostenere"

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Il turismo cambia e le esigenze di chi sceglie di trascorrere qualche giorno in vacanza non sono più le stesse di venti o trenta anni fa. Un cambio, poi, lo ha portato anche la pandemia che ha modificato stili di vita ed esigenze. E così anche gli hotel stanno cambiando le loro proposte: un po’ per andare incontro alle nuove richieste, ma anche per cercare di rivedere i costi elevati, specialmente per le strutture più piccole e con meno camere. Lorena Poni, titolare dell’hotel Airone di Cervia, negli ultimi anni ha così convertito il suo albergo in bed & breakfast: "Una scelta dolorosa ma indispensabile, che ho fatto per tanti motivi. Innanzitutto i costi della cucina erano diventati troppo alti per mantenere un alto livello di accoglienza, soprattutto per un hotel piccolo come il mio. Poi la pandemia e, quest’anno, la difficoltà a reperire personale hanno confermato che il turismo sta cambiando e non sono più tornata indietro rispetto alla mia scelta. La tassazione e le spese sono alte, ma è anche vero che aumentano ogni anno le persone che chiedono solo la stanza e la colazione, perché poi vogliono essere libere di passare la giornata come e dove preferiscono senza rientrare in hotel. Certo, c’è ancora una parte di famiglie e persone anziane abituate alla pensione completa, ma in tanti iniziano ad avere esigenze differenti. E sono diversi i colleghi che stanno facendo questa scelta".

Addirittura, qualcuno ha fatto il passaggio da hotel a bed & breakfast ancora prima della pandemia. Domenico Alesio ed Elisa Russo, gestori dell’hotel Ronchi di Cervia, hanno ’convertito’ la loro struttura nel 2018: "Le ragioni sono diverse. Certo, il bilancio di fine anno parlava chiaro: i numeri non si potevano discutere, così come la tipologia di richieste che cominciavano a cambiare. Erano in diminuzione le richieste per la pensione completa e, per strutture piccole come la nostra, mantenere una cucina è un costo altissimo sia per il personale che richiede sia per le spese di bollette e materie da cucinare. Insomma, il numero di camere non era sufficiente per abbattere il costo della cucina. Non ci siamo assolutamente pentiti della scelta perché ci ha dato ragione e, anzi, stiamo cercando una seconda attività da gestire, sempre senza cucina".

Secondo Alesio e Russo sono cambiate le abitudini: "Forse dobbiamo iniziare a prendere atto che i vecchi tempi sono finiti, le persone vogliono essere libere. Ormai sono pochi coloro che soggiornano in hotel per due settimane. Chi viene quattro o cinque giorni vuole godersi il tempo libero senza vincoli, e gli orari dei pasti lo sono. Noi siamo soddisfatti, il risultato è positivo. Ho visto colleghi che hanno fatto la stessa scelta a Cervia. La Romagna era una delle ultime regioni in cui in estate la pensione completa funzionava ancora bene. Ma i tempi sono cambiati e molti hotel iniziano a puntare sulla sola stanza e, al più, la colazione".