’Tutto brucia’, la voce dei più deboli al Rasi

L’opera, firmata dalla compagnia Motus, rilegge ’Le troiane’, tragedia greca di Euripide, in un dialogo tra le violenze di ieri e di oggi

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Il teatro Rasi di Ravenna ospiterà questa sera, alle 21, ’Tutto brucia’, spettacolo della compagnia Motus. L’opera affronta temi cari all’epica, attraverso le figure femminili della tragedia greca che riverberano nell’oggi. ’Tutto brucia’ guarda alle ’Troiane’ di Euripide, intercettando le voci delle nuove schiave di oggi e scavando nel tema del lutto come trasformazione.

"Porto il lutto per i figli morti in guerra, per le donne fatte schiave, per la libertà perduta Oh amate creature, tornate, venite, venite a prenderci!". Silvia Calderoni, nei panni di Ecuba (moglie di Priamo e madre di Ettore), sussurra sul palco queste parole, intrecciate alle musiche di R.Y.F. (Francesca Morello), mentre Stefania Tansini squarcia l’aria con un pesante coltello e un falcetto contadino, come nei riti collettivi di cordoglio scomparsi del sud Europa. Basta forse questa immagine per entrare in ’Tutto brucia’, riscrittura delle ’Troiane’ di Euripide.

Il lamento si propaga attraverso quel "Mediterraneo nero che, allora come oggi è scena di conquiste dell’Europa coloniale, di migrazioni e diaspore – si legge nella nota di presentazione allo spettacolo –. Tra le rovine di uno spazio vuoto e stravolto, coperto da cenere e cadaveri di mostri marini, emerge la questione della vulnerabilità radicale. Il corpo rotto di Ecuba, la parola profetica di Cassandra, il grido spettrale di Polissena, l’invocazione ai morti di Andromaca, le violenze subite da Elena e infine il corpo più fragile e inerme, quello del bambino Astianatte, danno voce ai soggetti più esposti e vulnerabili. Mai come adesso il lutto ci appare come una questione politica. Quali vite contano? Cosa rende una vita degna di lutto?"

È attraverso il dolore che le protagoniste nella scena tragica si trasformano materialmente, diventando ’altro’: cagna, pietra o acqua che scorre, per elaborare la violenza subita. "Ripartiamo dalle figure della tragedia – dicono i fondatori e registi di Motus, Daniela Nicolò e Enrico Casagrande – e dalla dimensione scenica delle ’Troiane’, che è essenzialmente un momento post: dopo la fine di una guerra, dopo la distruzione di un mondo, dopo un disastro umano che evoca situazioni tristemente attuali".

Per i biglietti (15 euro intero, 12 euro ridotto, 8 euro under 30 e euro under 20): ravennateatro.com, vivaticket.com o i botteghini dell’Alighieri e del Rasi.