LORENZO PRIVIATO
Cronaca

Uccide la moglie malata, l’ha immersa nella vasca e atteso che annegasse: “Ha chiamato lui i soccorsi”

Il gesto di Enzo Giardi, 78 anni, bancario in pensione, sarebbe stato dettato dalla disperazione. La vittima, Pier Ebe Bertini, 77 anni, aveva una malattia degenerativa in uno stadio molto avanzato

I carabinieri del Nucleo investigativo e la Scientifica davanti alla villetta di via Lolli. A destra: Enzo Giardi viene portato via dai carabinieri. Nel riquadro: la vittima Piera Ebe Bertini (Foto Zani)

I carabinieri del Nucleo investigativo e la Scientifica davanti alla villetta di via Lolli. A destra: Enzo Giardi viene portato via dai carabinieri. Nel riquadro: la vittima Piera Ebe Bertini (Foto Zani)

Ravenna, 10 settembre 2024 – ​​​​​​Via Lolli, Borgo San Rocco, a due passi dallo stadio. Un luogo tranquillo, popolato da famiglie e abitazioni curate, che mai avrebbe immaginato di essere teatro di una tragedia familiare destinata a sconvolgere l’intera città. Qui, ieri mattina, Enzo Giardi, 78 anni, pensionato ed ex dipendente di banca, ha deciso di mettere fine alla sofferenza di sua moglie Piera Ebe Bertini, 77 anni, afflitta da una malattia degenerativa che da anni l’aveva trasformata in un vegetale. Un gesto estremo, dettato dalla disperazione, che ha scosso profondamente chi lo conosceva, lasciando una comunità intera attonita di fronte a un epilogo così doloroso.

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È l’ora di pranzo, poco dopo le 13 di ieri, quando Giardi compie l’atto che cambierà per sempre la sua vita e quella di chi lo circonda. Piera è vestita, la prende, la immerge nella vasca da bagno, infilandole la testa sotto l’acqua fino a quando non smette di respirare. Poi, come in un gesto meccanico, chiama il 118 e dice: “Ho ucciso mia moglie”. Quando arrivano i soccorsi, Giardi confessa subito ciò che ha fatto. Le sue parole sono calme, quasi rassegnate. Sul posto giungono subito i carabinieri del Nucleo Investigativo e il Pm di turno, Marilù Gattelli. Non c’è resistenza, non c’è rabbia: l’uomo si mostra subito collaborativo, racconta con lucidità le ragioni del suo gesto. La scena che gli inquirenti si trovano davanti è quella di una casa in perfetto ordine, dove però ogni dettaglio racconta il dolore di una malattia che ha prosciugato una vita intera. Piera Ebe Bertini, casalinga, soffriva di Alzheimer da oltre dieci anni, un calvario lungo e inesorabile. Giardi si era occupato di lei con dedizione, giorno dopo giorno, vedendola svanire lentamente. E proprio oggi, quella mattina fatidica, avrebbero dovuto portarla in una struttura ad hoc. Una prospettiva che l’uomo non poteva sopportare: l’idea di lasciare la moglie in mani sconosciute, forse inadeguate, lo atterriva. Da qui la decisione di porre fine a tutto. Enzo Giardi non era un uomo qualunque per chi lo conosceva. Laureato in Sociologia all’Università di Urbino, aveva lavorato per decenni in Unicredit prima di andare in pensione nel 2005. Sul suo profilo LinkedIn emerge una figura poliedrica, con molte passioni: il bridge, gli scacchi, la storia, la pittura. Curava con amore il suo giardino e si dedicava alla sua casa, ma soprattutto viveva per sua moglie Piera. I vicini lo descrivono come una persona gentile, riservata, sempre presente accanto alla moglie. Nessuno poteva immaginare che dietro quell’apparente serenità si celasse un dramma interiore così profondo. Quando i carabinieri arrivano sul posto, Giardi appare quasi sereno, come se il peso di una decisione ormai presa avesse liberato la sua anima. Non ci sono segni di lotta, né tracce di violenza: l’ispezione medico legale confermerà che Piera è morta per annegamento, probabilmente senza opporre resistenza. Un gesto disperato, figlio di un amore consumato dal dolore, che non lascia spazio a gialli o misteri.

Nel quartiere, il silenzio è assordante. Tra le villette plurifamiliari che circondano la casa dei Giardi regna il silenzio, come se fossero anche loro rimaste intrappolate in questa triste vicenda. I vicini, increduli, si chiedono come sia possibile che una tragedia simile si sia consumata proprio lì, sotto i loro occhi, senza che nessuno abbia potuto far nulla per evitarlo. Giardi lascia due figli, uno dei quali, un uomo di 48 anni, giunto subito sul luogo della tragedia. L’altra figlia vive a Torino. La Scientifica ha lavorato per ore, cercando di ricostruire ogni dettaglio, ma in fondo la verità è già lì, nella confessione lucida di un uomo che ha scelto di porre fine a ciò che non poteva più sopportare. Non si può parlare di follia, né di rabbia. Quella di Enzo Giardi è la storia di un uomo che ha scelto di morire dentro, pur di mettere fine alle sofferenze della donna che ha amato per tutta la vita. Il suo, pensano i familiari, è stato l’ultimo gesto d’amore per la moglie malata.