Uccisa da un masso, sentiti gli esperti

A Chieti il processo per la morte della 56enne Sandra Zanchini: ascoltati in aula tecnici e testimoni

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L’escursione, la pioggia improvvisa, la corsa per tornare al parcheggio. E poi un attimo, fatale: quello in cui un masso cade e colpisce alla testa Sandra Zanchini, 56enne ravennate, uccidendola. Nei giorni scorsi a Chieti si sono tenute due udienze per la morte della donna, avvenuta il 22 giugno 2019 nel tragitto verso le gole di Fara San Martino, in Abruzzo. A processo ci sono infatti figure apicali e di responsabilità del Comune di Fara San Martino (tra cui l’ex sindaco Carlo De Vitis) e dell’ente Parco della Maiella, nonché la guida che quel giorno aveva accompagnato il gruppo di escursionisti ravennati di cui faceva parte la donna. Sono tutti accusati di omicidio colposo: per la Procura di Chieti avrebbero omesso di adottare le cautele necessarie nel percorso.

La famiglia di Zanchini si è costituita parte civile con l’avvocato Filippo Zamponi e nei giorni scorsi ha chiamato a deporre un ingegnere, un geologo, una ravennate del gruppo di escursionisti, la sorella della vittima e un carabiniere intervenuto il giorno dell’incidente. La tesi della parte civile che rappresenta la famiglia è che la carenza di segnaletica e di informazioni sulla pericolosità del sentiero sia stata determinante nella morte.

Nel corso dell’ultima udienza infine, avvenuta lunedì, sono stati sentiti alcuni consulenti tecnici delle difese degli imputati.