REDAZIONE RAVENNA

Uccisa da una ruspa. Spianava la spiaggia con patente revocata: "Faceva lavori abusivi"

La vittima, 66anni, di Vicenza, era in vacanza col marito ufficiale dell’Arma. Indagato il conducente: ha spostato il mezzo. Il sindaco furioso: "Perché era lì?"

La vittima, 66anni, di Vicenza, era in vacanza col marito ufficiale dell’Arma. Indagato il conducente: ha spostato il mezzo. Il sindaco furioso: "Perché era lì?".

La vittima, 66anni, di Vicenza, era in vacanza col marito ufficiale dell’Arma. Indagato il conducente: ha spostato il mezzo. Il sindaco furioso: "Perché era lì?".

Il vento, ieri mattina a Pinarella, spazzava via le ultime nubi. Qualcuno si è sistemato vicino agli stabilimenti, protetto dai separé del bagno, per prendere un po’ di sole. Altri hanno scelto la passeggiata sul bagnasciuga, approfittando del mare ancora agitato e della luce chiara. L’aria è frizzante, il cielo limpido. La sabbia, umida e dura, sembra l’ideale per una camminata. Una turista 66enne, Elisa Spadavecchia – della provincia di Vicenza, insegnante di inglese e moglie di un ufficiale dei carabinieri in pensione con cui era in vacanza –, cammina in direzione Cervia, lungo il bagnasciuga, finché si ferma. Raccoglie qualcosa, forse una conchiglia, poi si gira verso il mare. Magari per ascoltarlo, magari per pensare. Non sa che alle sue spalle sta sopraggiungendo una ruspa, in retromarcia, e che quel gesto silenzioso sarà l’ultimo.

Una tragedia assurda. Accade tutto poco prima delle 11, all’altezza del bagno Franco, su un tratto di spiaggia dove il giorno prima la mareggiata aveva lasciato solchi e dune irregolari. Il mezzo, molto grande, datato e con la lama abbassata, sta spianando la sabbia, anche se la spiaggia non sembra in condizioni così critiche. Di certo quel gigante d’acciaio con i cingoli si muove in retromarcia, diranno i pochi testimoni, con una velocità considerata dai testimoni eccessiva, e senza che si sentisse il cicalino di avviso.

Quella ruspa però non dovrebbe trovarsi lì. Almeno, non in quel momento, non senza sorveglianza, non senza che qualcuno sapesse. E invece c’è. All’improvviso punta verso il mare, con una brusca sterzata a destra, probabilmente per completare una manovra di inversione. In quel preciso momento travolge la donna, che non si accorge di nulla. Viene falciata e schiacciata da un cingolo. E muore così, sotto gli occhi di due testimoni. Il primo è un bagnino, in servizio sulla vicina torretta. Si accorge di quello che sta succedendo, scende, urla, chiama i soccorsi. Il secondo è un camminatore, divisa e bastoncini per il Nordic Walking, che arriva dalla direzione opposta, diretto verso Cesenatico per tornare al campeggio. Vede la scena, si avvicina al corpo, capisce immediatamente che per quella donna non c’è nulla da fare.

Alla guida della ruspa c’è un 54enne, cesenate residente a Montaletto, esperto, con oltre trent’anni di attività. Ma non avrebbe dovuto guidare. L’uomo è lo stesso che, il 2 marzo 2022, investì col furgone a Pisignano un uomo di 83 anni, Giuseppe Quercioli, uccidendolo. In quell’occasione risultò positivo alle sostanze stupefacenti e per questo gli era stata revocata la patente. Nonostante ciò, ieri manovrava un mezzo pesante, privo di autorizzazione, su un’area pubblica.

Dopo l’investimento scende, si dispera, si sdraia a terra e batte i pugni sulla sabbia. Poi, inspiegabilmente, risale a bordo, riaziona la ruspa, percorre circa 500 metri, fino ad arrivare nei pressi del bagno 58, dove lascia il mezzo nello stradello retrostante, dove di solito parcheggia la ruspa. Di fatto, lascia indietro il luogo della tragedia, anche se subito vi fa ritorno a piedi. Nel frattempo, la spiaggia viene transennata. Arrivano i carabinieri della compagnia di Cervia–Milano Marittima, c’è anche la polizia locale. Le indagini, coordinate dal pm Lucrezia Ciriello, cominciano subito.

Si cerca di ricostruire i fatti, ma soprattutto si cercano risposte. La Cooperativa Bagnini – che normalmente si occupa della spianatura della spiaggia – non era a conoscenza dell’intervento. I lavori stagionali erano terminati da circa venti giorni. La ruspa, ieri, non faceva parte di alcun cantiere autorizzato. Secondo il Comune di Cervia, i lavori in corso non risultano autorizzati. Qualcuno, dunque, deve aver chiamato il ruspista per svolgere quel lavoro. Il titolare del bagno Franco, all’altezza del quale è avvenuto l’investimento, ha dichiarato di non saperne nulla. Ma anche la sua posizione è ora al vaglio degli inquirenti. Il sindaco di Cervia, Mattia Missiroli, fuga ogni dubbio: "Si trattava di lavori abusivi, non erano autorizzati in alcun modo e gli inquirenti stanno sentendo i funzionari del Comune". L’accusa a carico del ruspista, a piede libero, è di omicidio colposo, e il fatto che l’uomo fosse alla guida senza patente e che abbia allontanato il mezzo dal teatro della tragedia potrebbe aggravare la sua posizione.