LUIGI SCARDOVI
Cronaca

Ucciso in Colombia, Coatti potrebbe aver visto qualcosa che non doveva

I genitori del biologo di 38 anni hanno consegnato il pc ai militari di Alfonsine. Le indagini affidate alla Procura di Roma. L’ipotesi è essersi addentrato in una zona dove si svolgono attività criminali

Ucciso in Colombia, Coatti potrebbe aver visto qualcosa che non doveva

Ravenna, 10 aprile 2025 – Il computer di Alessandro Coatti è stato consegnato ieri dai suoi genitori - residenti a Longastrino di Alfonsine, in provincia di Ravenna - ai carabinieri del paese. Il dispositivo elettronico del 38enne, originario di Portomaggiore, nel Ferrarese, verrà analizzato nelle prossime ore, così da ricostruire siti visitati, messaggi scambiati (messenger, WhatsApp Web, posta elettronica e via dicendo) e con chi.

Sarà passato al setaccio il cloud, così come, presumibilmente, anche chiavette usb e memorie esterne utilizzate dal 38enne ricercatore. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio (a coordinare l’attività investigativa è il procuratore capo, Francesco Lo Voi). Alcune parti del corpo dell’uomo sono state ritrovate smembrate in una valigia vicino alla stadio di Santa Marta, località che si trova sulla costa della Colombia, altre sul greto del fiume Manzanares. La modalità dell’omicidio dell’uomo è tipica dei cartelli della droga, conosciuti per la loro efferatezza.

Due scatti di Alessandro Coatti, ucciso in Colombia, tratti dal profilo social della madre
Due scatti di Alessandro Coatti, ucciso in Colombia, tratti dal profilo social della madre

Coatti, che nel 2010 si era laureato in biologia cellulare e molecolare alla Normale di Pisa, in passato ha lavorato per la Royal Society of Biology di Londra, un incarico lasciato nel dicembre dello scorso anno. Ad essergli fatale potrebbe essere stata - ma siamo nel campo delle ipotesi -, proprio la passione per la scienza e la ricerca. Coatti, identificato grazie al braccialetto dell’hotel Marovi, dove era arrivato giovedì scorso, aveva infatti chiesto informazioni al personale della struttura su una riserva naturale che intendeva visitare. Forse, nel corso di questo suo sopralluogo, ha visto qualcosa che non doveva vedere?

Secondo la stampa locale, il 38enne potrebbe essersi addentrato in una zona controllata da gruppi paramilitari, dunque ad alto rischio, e qui aver involontariamente visto qualcosa di illegale. La famiglia, contattata nel pomeriggio di ieri, dichiara di non avere novità rispetto a quanto emerso nella giornata di ieri; assenza di novità riguardante anche il perché Coatti sia stato ucciso.

Al momento nessuno della famiglia pensa di andare in Colombia. A tenere i contatti con i genitori, Gabriele Coatti e Sandra Lovato, è l’Ambasciata italiana a Bogotà, insieme Ministero Affari Esteri. Su Facebook in tanti hanno voluto ricordare il ricercatore con messaggi di cordoglio. Diversi utenti hanno utilizzato il termine “terribile” per descrivere quanto accaduto all’uomo.

Anna, che conosceva il 38enne, ne parla come di “un bravissimo ragazzo. Sono vicina alla famiglia”. E c’è chi chiede “pene esemplari” per i responsabili dell’omicidio. Chi ha visto e con chi ha parlato il ferrarese? Perché un’esecuzione così violenta, facendo per altro in modo che l’uomo potesse essere identificato? Tutti dubbi che dovrà chiarire l’indagine.