Ci sono due ragioni che posso portare a una separazione con addebito all’ex: la violenza e il tradimento. E in questa vicenda che ha per protagonisti due ravennati benestanti, su opposti fronti hanno fatto capolino entrambe. Ma se in primo grado il tribunale civile di Ravenna, Cassazione del 2017 alla mano, ha dato ragione a lui per via di episodi di aggressioni e minacce, in appello a Bologna il giudizio è stato ribaltato con una decisione destinata a fare discutere.
Le condotte della donna sull’ex - ha scritto la corte felsinea nelle motivazioni depositate di recente - "non sono state la causa del fallimento" del matrimonio, "la cui crisi era ormai determinata per via dell’infedeltà" di lui, "ma semmai proprio le conseguenze". Tutto nel 2018: si parla di una condanna di lei datata novembre 2021, quindi non ancora passata in giudicato, per avere puntato un coltello da cucina contro il marito; e - da testimonianza di una familiare - di offese all’ordine del giorno oltre a un’aggressione fisica (nella fattispecie calci) sull’uomo il quale era poi uscito di casa "con la maglietta insanguinata".
Ad di là di questo caso specifico, fino a che punto comportamenti aggressivi e minatori sono giustificabili davanti a una conclamata infedeltà? Ovvero in una separazione giudiziale, io (uomo o donna che sia) fino a quale livello di violenza dovrò sopportare dal mio ex perché sono infedele?
La risposta data dalla corte di primo grado, era stata netta: "Le violenze fisiche e morali inflitte da un coniuge all’altro - si legge nelle motivazioni a firma del giudice relatore Pierpaolo Galante - costituiscono violazioni talmente gravi e inaccettabili dei doveri da matrimonio da fondare, di per sé sole", anche davanti a "un unico episodio di percosse, non solo la pronuncia di separazione" ma pure "la dichiarazione di addebito".
E questo quadro peraltro esonera il giudice dalla comparazione con il "comportamento del coniuge che ha subito le violenze". Nel nostro caso, che lui avesse da alcuni anni una amante, non è mai stato messo in discussione: del resto era emerso chiararamente dal diario dell’uomo che la moglie aveva trovato nel 2018 sul divano di casa: ma i comportamenti violenti attribuiti a lei, per la sentenza ravennate scavalcavano la circostanza. Come dire che, a priori, nessun tradimento può giustificare reazioni violente dell’ex.
La sentenza d’appello, a firma del consigliere estensore Antonella Allegra, è invece partita dal dato infedeltà: "Può essere causa, anche esclusiva, dell’addebito da separazione". Non sempre, certo: "Se successivo al verificarsi di una intollerabilità della convivenza, non è, di per sé solo, rilevante": non può cioè giustificare una separazione con addebito, come descritto nel 2006 dalla Cassazione.
E nel caso dei due ravennati? Lui "intratteneva una relazione extraconiugale fin dal 2011 e all’insaputa della moglie" fino al fatidico episodio del diario. Erano seguite richieste di perdono e una lettera sul medesimo solco, fino alla richiesta di lui nel 2019 di separazione con addebito. Un comportamento definito "in spregio al dovere di fedeltà". In quanto agli episodi "che hanno visto protagonista la moglie, risalgono allo stesso periodo in cui il marito confessava la relazione extraconiugale". E quei frequenti litigi descritti da una familiare, per la corte bolognese erano "il modus vivendi dei coniugi". Come dire comportamenti sedimentati nel tempo: quindi "deve essere escluso che" la coppia "sia entrata in crisi per ragioni diverse dall’adulterio". E gli episodi legati alle attribuite violenze domestiche? "Conseguenze del fallimento dell’unione matrimoniale" dovuto all’infedeltà di lui.
Andrea Colombari