Un documento sospetto fece scattare l’indagine

Un agente di polizia locale si presentò con un certificato incompleto. Pure il secondo lo era, sempre firmato dal dottor Graziani

Migration

Davvero singolare la scintilla che a fine del 2021 ha alimentato l’indagine. Per capire, bisogna tornare indietro fino a metà del dicembre scorso quando scatta l’obbligo di vaccinazione per gli appartenenti alle forze dell’ordine. E in quel contesto, un agente della polizia locale si presenta con un primo certificato di esenzione: il documento appare però incompleto e così all’agente vengono chieste precisazioni. Ma pure il secondo certificato appare incompleto e così si arriva a un terzo certificato.

L’autore è sempre il medico Luca Graziani, peraltro noto alla polizia locale perché identificato, del resto come tanti altri, nel corso di manifestazioni in piazza promosse dalla galassia no vax e no mask. A quel punto a intervenire è il comandante del Corpo in persona, Andrea Giacomini, il quale, attraverso apposita informativa alla procura, fa partire verifiche su possibili incongruenze.

Viene poi coinvolta l’Ausl Romagna circa le norme ministeriali e le procedure amministrative legate alle esenzioni. E vengono delegati ai carabinieri del Nas di Bologna perquisizioni e sequestri della documentazione sanitaria relativa alle condizioni lamentate dai vari pazienti alla base dell’esenzione dal vaccino al covid19. Una indagine che per la prima volta approda ieri mattina in tribunale quando i primi quattro pazienti (tre difesi dagli avvocati Giovanni Scudellari e Antonio Primiani e l’ultimo tutelato dall’avvocato Lorenzo Valgimigli) si rivolgono al Riesame di Ravenna per chiedere il dissequestro della loro documentazione. Il collegio dei tre giudici, presieduto da Federica Lipovscek, si è riservato la decisione: quanto uscirà dal tribunale, potrebbe rappresentare una prima cartina al tornasole dell’inchiesta perlomeno per quanto riguarda la parte relativa alla contestazione mossa ai pazienti. Da parte sua l’avvocato Valgimigli ha rinunciato al riesame: l’averlo proposto, gli ha però dato modo di dare un’occhiata agli atti messi sin qui a disposizione dalla procura. Hanno invece reiterato la richiesta gli avvocati Scudellari e Primiani.

A loro avviso in buona sostanza, per una questione di forma, il decreto di perquisizione sarebbe nullo. Inoltre sempre secondo i due legali, non si potrebbe ricorrere a un sequestro probatorio se la finalità è puramente esplorativa: cioè se si intenda cercare la prova di un reato. Come dire che il sequestro è a loro avviso nullo. La decisione del tribunale è attesa a breve.

a.col.