"Un Palio più ’televisivo’? Si può fare"

Borgo Durbecco e Rione Rosso sono d’accordo con le proposte del giornalista Marchesi per una giostra più breve e serale

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Il Palio è passato, ma si è acceso il dibattito su come migliorare la gara. Le proposte del telecronista Maurizio Marchesi ieri non hanno mancato di mettere in subbuglio il pianeta Niballo, ma sono riuscite nell’impresa di mettere d’accordo i caporioni di Borgo Durbecco e Rione Rosso, due realtà che si sono molto punzecchiate nell’ultimo mese.

Entrambi ad esempio appoggiano la proposta, lanciata al Carlino da Marchesi, di premiare dama, araldo e miglior figurante non nei minuti precedenti il Palio vero e proprio, ma in un’altra sede, consentendo al corteo di raggiungere il Bruno Neri in un momento meno caldo della giornata. "So di pensarla agli antipodi rispetto a molti rionali, ma personalmente non sono mai stato un fan dei premi accessori – fa notare il numero uno del Borgo Durbecco, Filippo Rava –. I rioni sono al Bruno Neri per correre il Palio. Quello di Marchesi è uno sguardo televisivo, che in un’ottica di promozione della giostra va tenuto in considerazione. L’ipotesi di partire dalla piazza verso le 17.30 e di tenere il Palio in una fascia oraria più serale andrebbe certamente nella direzione di una maggior tutela dei cavalli. Questo vorrebbe però dire ipotizzare un possibile spostamento del Palio al sabato, che per i rioni potrebbe tradursi nello sfumare di una serata di incassi legati alle cene. Il tema è complicato, ma un ragionamento si può aprire".

Anche dalle parti del Rione Rosso l’ipotesi di un Palio dai tempi più compressi, con la prima tornata appena mezzora dopo l’ingresso del corteo al Bruno Neri, sembra ben accetta: "Credo che una rimodulazione delle tempistiche metterebbe d’accordo tutti o quasi – dice il caporione Gianluca Maiardi –. L’elemento televisivo per il Palio ha una sua rilevanza. L’opzione va poi tenuta in considerazione in primis sotto il profilo della salute dei cavalli: tutti abbiamo visto quanto avessero cominciato ad accusare la fatica dopo il turno di spareggio". È in particolare un’osservazione di Marchesi circa un’inevitabile conseguenza del trasloco in un Paliodromo ad aver scritto forse la parola fine sul progetto: "Portare il corteo storico alla Graziola o al centro civico Rioni sarebbe improponibile – analizza Rava –. È il problema principale per il quale il dibattito sul Paliodromo non è mai decollato". L’unica soluzione sarebbe forse quella di anticipare la sfilata al giorno prima, limitandola però alla piazza: non è però ben chiaro in quale direzione il corteo potrebbe muoversi. "Qui si spalanca il tema del coinvolgimento emotivo di gran parte dei rionali – puntualizza Maiardi –. Per molti di loro, che il resto dell’anno sono impegnati in attività meno alle luci della ribalta, è una sorta di ‘Palio personale’. Tanti non accetterebbero di slegare quel momento dalla giostra vera e propria".

Filippo Donati