Un territorio dimenticato: “Qui c’è fango ovunque e siamo senza acqua”

La rabbia dei residenti di via Muraglione, nelle campagne fra Boncellino e Bagnacavallo "Passano i mezzi diretti verso l’argine ma nessuno si ferma a chiedere se abbiamo bisogno"

Ravenna, 27 maggio 2023 – Sono delusi, arrabbiati e con la sensazione di "essere presi per i fondelli" in questa infinita alluvione. "Scrivilo pure – insistono –. I residenti di via Muraglione nelle campagne fra Boncellino e Bagnacavallo, dove il Lamone ha rotto gli argini il 3 maggio e poi la settimana scorsa, continuano a lottare contro il fango che si è impossessato di abitazioni, coltivazioni, strade, auto. Fino a un metro e mezzo, due, in alcuni punti. Un incubo, reso ancora più pesante dalla mancanza di acqua, in alcune abitazioni, le poche che continuano a essere abitate, e dal timore delle incursioni degli sciacalli che l’altra sera, in una delle case, hanno tagliato la catena messa a protezione e abbandonato il palanchino per scassinare qualche infisso, forse perché sorpresi.

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E il prefetto ferma gli ‘angeli del fango’: bravi ma basta

Su via Muraglione si affacciano un ventina di case per un totale di una sessantina di residenti. "Se ne sono andate 25 auto e un camper – spiega Tiziana Solaroli, eletta portavoce del gruppo di residenti che reclamano il diritto di essere considerati –. Ormai da un mese viviamo appoggiati da amici e parenti. Siamo stati abbandonati senza acqua e senza luce. Alla prima ondata nessuno ci ha avvisati. Un vicino ha suonato il campanello alle 6 e mezza del mattino mentre ancora dormivano per avvertirci. In pochi minuti ci siamo trovati con l’acqua alle caviglie". Poi la fuga, il tentativo di tornare alla normalità dopo la prima rottura degli argini e la seconda ondata, peggiore della prima. Molti dei residenti sono stati tratti in salvo con i gommoni. "La sindaca è passata l’altro ieri – continua – ma prima non era nessuno a vedere come stiamo. L’unico che è intervenuto è stato l’ex comandante dei vigili urbani, Roberto Faccani".

Ora, tutti loro vivono nel terrore che un evento del genere possa ricapitare. "Con tutto il fango che ancora c’è anche un semplice acquazzone potrebbe creare problemi. I fossi sono tutti pieni di melma. Abbiamo saputo che già anni fa, il consiglio di zona di Boncellino aveva deliberato un intervento di sistemazione degli argini, ma nulla è stato fatto – sottolinea Tiziana –. Nel letto del Lamone c’era una foresta, gli animali hanno fatto le tane. Via Muraglione, agli occhi di tutti è ora come una via fantasma. Passano tutti i mezzi diretti verso l’argine ma non uno che si fermi a chiedere se abbiamo bisogno".

Il comitato di via Muraglione ha delle richieste precise. "Vogliamo tornare nelle nostre case in modo dignitoso e a costo zero – sottolinea Tiziana –. Al momento c’è ancora talmente tanto fango che ogni giorno che trascorriamo qua cercando di pulire sembra sia passato inutilmente. Il legno delle porte si è gonfiato e non si chiudono, i muri si sono spostati. Poi, chi lo toglie il fango dalle piante? Tutti noi abbiamo poderi. Per quest’anno il raccolto è andato. Significa non guadagnare nulla e spendere soltanto". Poi, un’altra cosa, forse la più importante. "Vogliamo stare tranquilli. Non vogliamo svegliarci ancora con l’acqua al collo. Gli argini sono ancora bassi – conclude –. Se arriva un’altra ondata, andiamo sotto ancora".