Una nave rigassificatrice per aggirare la Russia

Ravenna è fra le città che per il governo potrebbe ospitare l’impianto galleggiante. Ne esiste già uno a Livorno, a 12 miglia dalla costa

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Navi-rigassificatrici capaci di ricevere gas allo stato liquido – così viene trasportato via mare – e di trasformarlo in metano da immettere nella rete di distribuzione nazionale. Nella disperata ricerca di diminuire in fretta la dipendenza energetica dall’estero, il Governo sta facendo dei nuovi rigassificatori una priorità.

Secondo il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, un primo impianto arriverà in sei mesi, altri entro due anni per rifornirci da Stati Uniti, Canada e Nord Africa. Dove verranno collocate queste navi che riceveranno Gnl e lo trasformeranno in metano? I tecnici del Mite, in base a quanto si apprende dal mondo energetico, stanno lavorando a quattro ipotesi per il primo rigassificatore: Ravenna, Taranto, Porto Empedocle e Piombino. Chi non sarà ‘estratto’ subito, ospiterà gli impianti entro due anni, anche perché Piombino non sembra molto interessata.

Ravenna ha maturato un’importante esperienza: in autunno Pir ed Edison hanno avviato l’impianto per rifornire di Gnl navi e camion e il deposito sta marciando senza problemi.

La città rinunciò nel 2008 a un rigassificatore ben più ingombrante delle navi di cui si parla ora, che però venne realizzato al largo della costa rodigina. Ma come funziona una nave-rigassificatrice, sul tipo di quella già esistente Livorno, posizionata a 12 miglia dalla costa? Il gas liquefatto arriva all’impianto offshore con navi metaniere provenienti da tutto il mondo. Una volta lavorato e riportato allo stato gassoso (operazione non necessaria con il gas russo che arriva tramite metanodotto), viene immesso nella rete nazionale tramite una condotta sottomarina. E proprio le condotte sottomarine sono l’asso nella manica di Ravenna. L’infrastruttura delle condotte esiste già, ed è ben ramificata.

E se il Governo optasse per Ravenna per ospitare il rigassificatore? "Fino a ieri – commenta il sindaco Michele de Pascale - era bloccata l’attività estrattiva nazionale con l’idea sbagliata che il gas non servisse e che nella transizione l’essere dipendenti da paesi come la Russia non fosse un problema. Oggi si è fatta una inversione a U e Draghi stesso in Parlamento ha auspicato che, oltre ad aumentare la produzione nazionale, si potenzi la rete dei rigassificatori. Credo sia oggettivo che rispetto alla eventuale necessità di collocazione di un rigassificatore offshore nessun altro sito in Italia avrebbe lo condizioni tecnico logistiche e le competenze di Ravenna".

E Gianni Bessi, consigliere regionale Pd, aggiunge: "Anche alla luce delle anticipazioni sul decreto stoccaggi che dà la possibilità di allestire un sistema per importare Gnl aggiuntivo dal Mediterraneo tramite navi verso Panigaglia, in Liguria, serve un sistema di approvvigionamento per la pianura padana, l’area economica più intensiva di consumi. Ravenna ha le caratteristiche strutturali e i servizi portuali e offshore per rispondere subito a tale esigenza".

Favorevole al rigassificatore il repubblicano Giannantonio Mingozzi: "Eravamo d’accordo già nel 2008. Oggi la riteniamo una scelta strategica per dipendere sempre meno dall’estero".

lo. tazz.